Antichi e con l’anima, orologi al Museo Poldi Pezzoli

Le nuove iniziative per valorizzare la grande collezione

Uno dei rari esemplari esposti al Poldi Pezzoli

Uno dei rari esemplari esposti al Poldi Pezzoli

Milano, 11 gennaio 2018 - Il tempo è misurato dall’anima o dagli orologi? Per Sant’Agostino vale la prima spiegazione. Per il Museo Poldi Pezzoli, la seconda. Illustrata e raccontata in una rassegna che si articola in un fitto calendario di appuntamenti fino a tutto marzo: «Il tempo degli orologi». Happy Hours, i mercoledì (7 e 14 febbraio, e 21 marzo, ore 18-21), aperitivi con i grandi maestri artigiani della decorazione di quadranti e casse, introdotti da Alberto Cavalli della Fondazione Cologni Mestieri d’Arte. Conversazioni (giovedì 25 gennaio e 22 febbraio e mercoledì 14 marzo, ore 18) con conservatori e collezionisti. Il sabato (27 gennaio, 24 febbraio, 17 marzo, ore 15.30-17.30), Watch lab junior per bambini dagli 8 ai 12 anni, desiderosi di imparare come si monta un orologio, eccezionalmente assistiti dai sapienti di Pisa Orologeria (a Milano negli anni Trenta fondò la prima scuola italiana di orologeria). Dedicata agli adulti la domenica: aprendo un orologio antico (28 gennaio, 11 e 25 marzo, ore 15.30 16.30) con ARASS Brera (Associazione Restauratori Strumenti Scientifici); oppure (21 gennaio, 25 febbraio, 18 marzo, ore 15.30 16.30) entrando nelle Storie del Tempo, con gli esperti di Hora (Associazione Italiana Cultori Orologeria Antica), che guideranno alla scoperta dei tesori del Poldi. Meridiane portatili, orologi solari, automi barocchi, orologeria da persona francese, inglese del Seicento e del Settecento e svizzera dell’Ottocento. Una esclusiva Sala Orologi riunisce gli esemplari donati da Bruno Falck nel 1973.

E l’eccezionale raccolta Delle Piane è arrivata ad arricchire recentemente i nuovi spazi. «L’arte merita più spazio», lo slogan-invito del direttore Annalisa Zanni a visitare l’ampliamento dell’accogliente casa-museo. E a prendersi tutto il tempo per meditare sul tempo. Osservando per esempio la strepitosa creazione di un orologiaio, un orafo e un pittore di smalti (bravissimo nell’adattare figure e colori contrastanti in una forma circolare) , attivi nella Parigi di Richelieu e del Re Sole: un orologio rotondo con movimento a verga dotato di fusée a catenella, e bilanciere anulare protetto da una coq ovale a un piede, traforata e incisa a motivi floreali così come il cricchetto, e sul fondo e sul coperchio magnifica decorazione ripresa dalla Battaglia di Ponte Milvio affrescata da Giulio Romano nella Camera di Costantino in Vaticano. Uno dei 515 esemplari della collezione che colloca ormai il Poldi primo in Italia e, in Europa, tra i più prestigiosi musei di orologeria antica. Vedere il precocissimo esemplare di perpetuelle automatico (a ricarica automatica) del 1785. O quello universale à remontoir che all’inizio del Novecento incominciò a segnare contemporaneamente l’ora di 43 città del mondo. Così finiamo per dare ragione a Sant’Agostino, convinto che non sono importanti le cose, ma gli affetti che lasciano nell’anima: ovvero, il tempo, sia pur misurato dagli orologi, non è altro che il ricordo, il prestare attenzione a qualcosa, e l’attesa.