Mister Blake: giù la maschera Canto me stesso

di FRANCESCO PELLEGATTA

Mister Blake

Mister Blake

 VERMEZZO (Milano), 28 agosto 2016

DA UN PICCOLO paese della provincia di Milano al palco di Radio Dj a Riccione. Con l’impressione che la stoffa ci sia. Eccome. Lui è Stefano Bussi, in arte “Mister Blake”, un giovane rapper di Vermezzo, nel Sud-Ovest milanese, che è stato chiamato ad aprire il concerto di Alvaro Soler. Ascoltatelo, può riservare qualche sorpresa. Scordatevi sesso, droga e armi, prima di tutto: Mister Blake canta la bellezza della vita e la propria interiorità. Mica comune di questi tempi. Ma non lasciatevi ingannare: non è un neofita; all’attivo ha già tre albumk e un nuovo disco che è quasi pronto. Su youtube i suoi singoli toccano le migliaia di visualizzazioni.

Strano nome il suo. Come se lo è  inventato?

«“Mister” è dedicato a mio nonno: io lo chiamavo così. mentre “Blake” è il poeta metafisico inglese vissuto tra ‘700 e ‘800, che amo leggere da quando ho 14 anni».

Sul palco di Radio Dj, e per di più presentato da Rudy Zerbi. Cosa ha provato?

«Avevo già cantato su bei palchi e con tanto pubblico, ma non mi era mai successo di cantare di fronte a più di cinquemila persone. È stato bellissimo vedere la gente che alzava le mani, che cantava il ritornello delle mie canzoni, una delle occasioni più belle della mia vita dal punto di vista musicale. C’era anche mia madre: la mia primissima fan».

Soddisfatto?

«Sentire a fine show i complimenti da parte di Rudy Zerbi mi ha reso ancora più orgoglioso della mia musica e della mia performance».

Come èi finito lì?

«Ho mandato a Radio Dj la mia “Guardami volare via” quasi per curiosità, chiedendogli di ascoltarla. Quando mi hanno richiamato per offrirmi di aprire il concerto di Alvaro Soler non ci credevo».

Che musica ascolta? Butto lì qualche nome del momento: Fedez, i Club Dogo magari..

«Questi li ascolto solo quando li passano in radio. Mi piacciono molto di più i Coldplay e i Maroon 5. I nuovi rapper di adesso sono fatti con lo stampino, nella musica e nei temi, mentre io non vendo un personaggio che non sono, racconto cose vere e se uno apprezza le mie canzoni apprezza anche me».

Come ha cominciato?

«Ho iniziato a scrivere qualcosa a 14 anni. A 18 anni mi ha notato Daniele Lazzarin dei “Two Fingerz”, che adesso collaborano in televisione con J-Ax. Sono stati i primi a influenzarmi. Non ho studiato musica, tutto quello che so l’ho imparato da autodidatta in studio».

So che ha anche una “crew” con tre amici..

«Sì, con Filtro, Radiant e Pachi siamo i “Drop Dead Family”. Mi hanno anche accompagnato sul palco di radio Dj facendomi da spalla».

Quanto manca per ascoltare il suo prossimo album?

«Manca poco. Nel frattempo ho fatto già uscire tre singoli: oltre a “Guardami volare via” ci sono “Troppi sbagli” e “Canterò”, che stanno andando molto bene su You Tube. Devo ringraziare tutti i miei amici».