Marina Di Guardo a LibriAmo: "Ma non chiamatemi la mamma della Ferragni"

L'autrice simbolo attuale del thriller italiano al festival letterario inaugurato lo scorso sabato e che sarà visitabile fino al 4 giugno all’ex ospedale Soave

IN ROSA La scrittrice Marina Di Guardo ha presentato ieri a Lodi  il suo libro «Come è giusto che sia»  pubblicato da Mondadori

IN ROSA La scrittrice Marina Di Guardo ha presentato ieri a Lodi il suo libro «Come è giusto che sia» pubblicato da Mondadori

Codogno (Lodi)  25 maggio 2017 - Quando a 23 anni Marina Di Guardo ha lasciato Codogno era poco più che una ragazza con tanti sogni nel cassetto e il fuoco della scrittura dentro di sé. Ieri è tornata nella Bassa lodigiana come punta di diamante della prima edizione di LibriAmo, il festival letterario inaugurato lo scorso sabato e che sarà visitabile fino al 4 giugno all’ex ospedale Soave. Un’esposizione degna delle grandi città, con classici in bella mostra, ma anche libri per bambini e di cucina e con tanti ospiti pronti a raccontare le proprie esperienze. E tra questi ospiti non poteva mancare la Di Guardo, autrice simbolo attuale del thriller italiano. Sicuramente poi a molti il cognome dell’autrice non è nuovo: Di Guardo è infatti la mamma di Chiara Ferragni, personaggio del momento, fashion blogger mondiale e promessa sposa del rapper Fedez. «Io però non sono mamma Ferragni, al massimo sono la mamma di Chiara - spiega l’autrice mentre si scatta alcune foto con vecchie amiche lodigiane -. All’inizio ero intimorita dalla sua popolarità, poi ho capito che è una ragazza forte e mi sono tranquillizzata».

Nata a Novara da genitori siciliani, a 11 anni Di Guardo si trasferisce a Codogno da Milano per seguire il padre che svolgerà il ruolo di primario in differenti reparti dell’ospedale codognino prima e di Lodi poi. «Per me è un emozione essere qui – ricorda -. A Codogno ho vissuto anni importanti della mia vita, gli anni della consapevolezza, delle mie prime emozioni e ho frequentato l’istituto Ognissanti fino al ginnasio. Ora qui vivono ancora mia mamma e mio fratello»». Amante della scrittura sin da giovane, Di Guardo ha pubblicato il suo primo libro nel 2012 dal titolo “L’inganno della seduzione”, a cui hanno fatto seguito, rispettivamente nel 2014, 2015 e 2016, “Non mi spezzi le ali”, “Bambole gemelle” e “Frozen Bodies”. L’ultimo successo invece, pubblicato da Mondadori, si intitola “Come è giusto che sia’”. Ed è proprio quest’ultimo scritto che la Di Guardo ha presentato alla platea, composta anche dall’assessore alla cultura Maria Rapelli e dal gruppo Liberi di Leggere presieduto da Maria Antonietta Spelta, ricordando quello che può essere definito il tema principale della trattazione, ovvero «la ribellione della donna dalle violenze. Spero che le donne leggendo il mio libro prendano coscienza del fatto che si può, bisogna ribellarsi e non rimanere passive alle violenze. Rispondere alla violenza con la violenza a mio avviso non è il modo giusto, ma non si può neanche stare inermi e subire».

Un rispetto della figura femminile che deve partire secondo l’autrice sin dall’educazione impartita dai genitori. «Le bambine devono subito capire che devono rispettare loro stesse, mentre i maschi che un rifiuto va accettato». Un messaggio poi non può mancare a chi vuole sfondare nel mondo letterario. «Credete sempre in voi stessi e abbiate pazienza – termina Di Guardo- Non abbiate paura e inviate i vostri scritti a case editrici, ricordandovi però che dovete farlo solamente a chi non vi chiede un contributo».