LIBRI A CONFRONTO DI ANTONIO CALABRO' Informazione e potere tra passato e futuro

Siamo davvero davanti a “Il crepuscolo dei media”? Ne scrive Vittorio Meloni, parlando di “Informazione, tecnologia e mercato” per Laterza

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Milano, 28 maggio 2017 - Siamo davvero davanti a “Il crepuscolo dei media”? Ne scrive Vittorio Meloni, parlando di “Informazione, tecnologia e mercato” per Laterza. E la risposta è problematica. Il vecchio mondo della comunicazione “si sta dissolvendo sotto i nostri occhi”. Scompaiono i lettori dei quotidiani, l’audience si frammenta tra Tv e proposte sul Web. E anche i tentativi d’intesa tra grandi editori (quelli del “New York Times”) e proprietari dei “social media” (Facebook) non hanno avuto successo: alle news autorevoli si preferiscono le chiacchiere e i blog densi di pettegolezzi e spesso di fake news. Tutto un mondo in movimento. Che Meloni, esperto di comunicazione, analizza con sofisticato uso di dati, fatti, analisi documentate. C’è un’inarrestabile innovazione tecnologica, che trasforma radicalmente i meccanismi dell’informazione. Ma anche una sfida culturale, che investe economia, politica, editoria. L’importante è riuscire a distinguere “informazione” da “propaganda”. Difficile. Ma non impossibile. Ne va del destino della nostra democrazia. Utile leggere anche “Poteri e Informazione” di Massimiliano Panarari, un brillante saggio su “Teoria della comunicazione e storia della manipolazione politica in Italia (1850-1930)”, edito da Le Monnier.

La riflessione parte dall’avvio della formazione dell’“opinione pubblica”, tra l’Inghilterra dei circoli ispirati dai filosofi liberali Locke e Hume e la Francia dell’Illuminismo, approfondisce la lezione americana d’inizio Novecento (Walter Lippman, innanzitutto) e di Hurgen Habermas. In mezzo, le riflessioni sulla “manipolazione” man mano che le influenze sull’opinione pubblica escono dall’ambito dei circoli colti e sono determinate dalle grandi organizzazioni politiche e sindacali di massa. Sino alla vigilia di oggi, tempi “mediatizzati” in cui cambia tutto. Ci sono stati giornali, nella storia recente, che sono stati buon esempio d’innovazione e dialettica relazione con la politica, anche quando politicamente schierati. Un esempio? “Milano Sera”, pubblicato aMilano dal 1945 al 1954, per iniziativa di una casa editrice legata al Pci e al Psi, di cui Rinaldo Gianola ricostruisce le vicende, in un volume edito da Book Time. Era un quotidiano del pomeriggio. Parente di altre testate di sinistra, come “Paese Sera” a Roma e “L’Ora” a Palermo. Guidato inizialmente da una triade di grandi intellettuali, Alfonso Gatto, Mario Bonfantini ed Elio Vittorini. E poi rilanciato da quello straordinario costruttore di giornali che fu Gaetano Afeltra. Molte le “grandi firme”, da Paolo Grassi a Giorgio Strehler. E parecchi i giovani che lì impararono bene il mestiere dell’informazione, da Antonio Ghirelli a Oreste del Buono, Paolo Murialdi e tanti altri ancora. Cronaca nera, grandi foto d’effetto, titoli brillanti, politica raccontata in modo popolare. Giornalismo come cardine della civiltà democratica. Da ricordare con attenzione e rispetto.