Finazzer Flory, il mio Leonardo è un genio da film

Il genio da Vinci rivive in uno spettacolo stasera a Piuro in Val Chiavenna e presto in un film

Finnazer Flory

Finnazer Flory

Piuro, 19 agosto 2017 - Sul palco non lo si riconosce neppure. Trucco, parrucco e via, Massimiliano Finazzer Flory si trasforma (letteralmente) in Leonardo. Titolo: “Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile”, stasera alle 21 alle Cascate dell’Acqua Fraggia a Piuro in Val Chiavenna. Scenario suggestivo. Per un lavoro che ha ormai girato mezzo mondo e che sta per diventare un film. Un po’ come ha intenzione di fare Leonardo DiCaprio. Prime riprese già effettuate a New York, nelle prossime settimane ci si sposterà fra Italia e Francia. Obiettivo il 2019, cinquecentenario dalla morte. Respiro internazionale per Finazzer Flory. Gli anni da assessore alla Cultura di Milano non sono mai sembrati così lontani.

Finazzer Flory, perché Leonardo?

«Perché è il Rinascimento, il sogno del rinascere. Perché oltre a essere un genio, è l’uomo che dà il volto a un’epoca, rappresentando l’incontro fra la finitezza della vita e l’immortalità dell’arte».

Qual è la sua contemporaneità?

«In una società banale e noiosa come quella in cui viviamo, Leonardo è l’inventore, è il bambino che gioca e che coi suoi disegni si fa ascoltare dalla natura e dagli adulti, cambiando il mondo che lo circonda. È anche colui che salverà il pianeta dal disastro ambientale: fu infatti il primo eco-designer della storia, la sua è una ecologia culturale sviluppata attraverso tutte le arti e i saperi, in un legame strettissimo con l’esistenza. Non a caso diceva “Chi non stima la vita non la merita”. Ma noi oggi stimiamo la vita o la dissipiamo?».

Difficile generalizzare.

«Ma è proprio questa la sua grande lezione. Che io ho fatto mia in questi anni grazie al teatro e ora al cinema, per una visione più internazionale».

Quando uscirà?

«Di sicuro nel 2019 in occasione del cinquecentenario, mentre prima nel 2018 proporrò il cortometraggio. Credo che sia una data molto importante per noi italiani, possiamo finalmente ricordare da dove veniamo. O quantomeno da dove vorremmo provenire».

Ci racconti del film.

«Non faccio fiction né documentari. Nel mio cinema si ritrovano la musica, la danza, il teatro. Non c’e finzione, non ci sono scenografie di cartone. Ma ho scelto una qualità dell’immagine raffinatissima e la tecnica migliore. Sono supportato da una società di produzione americana, ma gli scenari saranno poi quelli toscani e francesi, esattamente nei luoghi dove visse Leonardo. Questo mix compone la mia visione del cinema».

Difficoltà?

«Tante, per prime quelle economiche. Ma se penso a Leonardo, figlio illegittimo, senza compagni di gioco, che ha basato la sua vita sulla rivalsa, se penso a questa sua continua tensione verso il riscatto, posso a quel punto io Finazzer Flory non accettare l’altezza della sfida? Quindi proseguiamo con le riprese, nella seconda metà di settembre fra Vinci e Milano, prima di fare la post-produzione a New York».

Ci sarà spazio per altro nei prossimi mesi?

«Intanto già il 31 agosto sul mio sito e poi il 18 settembre a Milano proporrò il video che ho girato per il 150° anniversario della morte di Baudelaire. Credo di essere l’unico italiano che si è ricordato di questo poeta benedetto, maledetto solo per chi non accetta le sfide della modernità».