Bianca Nappi: io ragazza sexy, madre e partigiana

Due piece al Franco Parenti e un film in uscita

BIANCA NAPPI

BIANCA NAPPI

Milano, 28 marzo 2017 - Femme fatale e partigiana sul palcoscenico, sposa e mamma fin troppo felice sul grande schermo. L’attrice Bianca Nappi porta le “sue donne” a Milano. Il primo viaggio sarà da domani a domenica al Franco Parenti, con “Some Girl(s)”, commedia brillante di Neil LaBute, portata in scena da Marcello Cotugno. Da giovedì vestirà invece i panni di Anna per l’opera prima di Max Nardari per poi ridare voce a una donna forte, realmente esistita, in “Tante facce della memoria” di Francesca Comencini, dall’11 al 13 aprile sempre al Parenti.

Prima volta in città?

«Per me sarà un battesimo milanese. Milano è una città dal punto di vista teatrale molto importante, bellissima, stimolante. Anni fa partecipai a un progetto del Filodrammatici, due giorni di studio e lavoro, ma non fu un vero e proprio debutto. Anche per il cinema, visto che sono originaria della Basilicata, spesso i miei set sono da Roma in giù. Sono molto emozionata e curiosa di scoprire la primavera milanese e vedere la reazione del pubblico per esempio al primo spettacolo, Some Girl(s)».

Perché?

«Fotografa come siano diventate le relazioni interpersonali negli ultimi anni, ogni città e pubblico reagisce diversamente. È la storia di un uomo che incontra le quattro ex fidanzate che hanno segnato la sua vita. Io interpreto la storia più passionale. Una femme fatale che nasconde dietro una corazza disinvolta le sue fragilità. Siamo stati i primi a rappresentare questo testo in Italia e lo stiamo portando in giro per tutta Italia. Finalmente arriviamo a Milano».

Dalla femme fatale a Marina Musu. Un bel salto.

«I due personaggi non potrebbero essere più diversi. È il bello di questo lavoro, il cambiamento, la trasformazione. ‘Tante facce della memoria’ si potrebbe definire un documentario teatrale, con interviste alle donne coinvolte nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Diciamo le loro stesse parole, abbiamo una grande responsabilità: riportare in scena la verità, nel modo più aderente possibile. Ho cercato di entrare il più possibile nel personaggio di Marina Musu, medaglia d’argento al valore militare, nel suo modo di pensare nudo e crudo, nel periodo storico critico del nostro Paese. Questi personaggi mi sono entrati dentro da diverso tempo, è un privilegio. Scopri sempre cose diverse, più cresci più il personaggio ti rivela un altro aspetto di sé».

Anche Ferzan Özpetek l’ha chiamata a interpretare molte delle sue donne.

«Ci siamo conosciuti casualmente per uno spot pubblicitario e abbiamo collaborato diverse volte. Ha una grande sensibilità, i suoi film mi piacciono moltissimo, sono prima di tutto una sua fan. Come di Francesca Comencini e della sua visione umana e artistica».

A fine marzo torna al cinema con un’altra sfumatura femminile.

«Sarò Anna, una donna dedita alla famiglia e ai figli. ‘La mia famiglia a soqquadro’ è la storia di un bambino che vuole essere come tutti gli altri, ovvero avere genitori separati, mentre io e Marco Cocci andiamo d’amore e d’accordo. Farà di tutto per farci lasciare».