Crisanti: inconcepibile il ricorso al Tar della Lombardia contro la zona rossa

Il virologo critica la Regione: "Non è in una bolla, se sbaglia ci sono conseguenze su tutto il Paese. I ritardi Pfizer? Normali, l'azienda ha ricevuto un numero enorme di richieste"

Il professor Andrea Crisanti

Il professor Andrea Crisanti

Milano, 21 gennaio 2021 - "La Regione Lombardia non è in una bolla, se sbagliano c'è un impatto su tutto il Paese. E questo va tenuto presente. Trovo inconcepibile che una decisione basata su evidenze scientifiche venga appellata ad un organo tecnico-amministrativo". Lo sostiene  Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell'ateneo cittadino, commentando la decisione della Lombardia di presentare ricorso al Tar contro la scelta del ministro della Salute di inserire la Regione in zona rossa. "Per stare tranquilli e difenderci anche dalla variante inglese occorre che il 75-80% della popolazione sia vaccinato" ha poi aggiunto Crisanti.

Previdibil i ritardi di Pfizer

I ritardi nelle consegne dei vaccini Pfizer? Normali, secondo Crisanti. "L'azienda ha ricevuto un numero enorme di richieste  e i loro laboratori hanno avuto dei problemi nella produzione, ma non  bisogna creare allarmismi, perché tutti hanno chiesto più dosi quindi  serve una fase di adattamento ma all'inizio del prossimo mese la  situazione dovrebbe migliorare".

L'importanza dei richiami

Per il professore l'urgenza è la somministrazione della seconda dose a chi è già stato vaccinato la prima volta.  "I dati di Israele non sono confortanti - ha spiegato - la prima dose protegge al 30%,  quindi importante completare le dosi nei tempi che sono stati stabiliti".

I numeri

 In Lombardia, tra questa settimana e la prossima, arriveranno 45mila dosi in meno di vaccino anti-Covid rispetto a quanto era stato preventivato. Ma quali sono i numeri dei vaccini consegnati? Secondo la  Fondazione Gimbe alle 21.48 di mercoledì 20 gennaio   sono state consegnate alle Regioni 1.558.635 dosi, di cui 1.250.903 giaà somministrate (80,3%). Tuttavia, solo 9.160 persone hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 13.534 persone  avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose. "Tenendo conto dei possibili ritardi di consegna, anche comunicati last minute  come nel caso di Pfizer - spiega, in una nota il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta - è fondamentale che  in questa fase le Regioni accantonino i vaccini  per la somministrazione della seconda dose. La campagna vaccinale non  e' una gara di velocita': l'unità di misura su cui confrontarsi, sia con gli altri Paesi, sia tra le Regioni, non è infatti il numero di dosi somministrate, ma la percentuale  della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, garanzia di efficacia del 94-95% nel prevenire la COVID-19 sintomatica".