Spostamenti tra regioni, nuovo Dpcm e impianti sci: cosa può cambiare e quando

Dopo la bufera sullo stop "last minute" alla riapertura dello sci ecco le date da tenere a mente: occhi puntati sul 25 febbraio e il 5 marzo. Ora tocca al governo Draghi dettare la linea delle norme anti-Covid

Covid, ancora vietati gli spostamenti tra regioni (foto Ansa)

Covid, ancora vietati gli spostamenti tra regioni (foto Ansa)

Roma, 15 febbraio 2021 – Per il governo di Mario Draghi è tempo di sciogliere i nodi legati all'emergenza sanitaria. Ieri la prima decisione, che ha scatenato non poche polemiche. Con un'ordinanza del (confermato) ministro della Salute Roberto Speranza è stata stoppata la riapertura degli impianti da sci, prevista per oggi. Una decisione "last minute" che ha mandato su tutte le furie gli operatori del settore, giù duramente messi in difficoltà da una stagione, di fatto, mai iniziata. Sulle barricate anche il governatore lombardo Attilio Fontana che ha stigmatizzato "il sistema delle decisioni di 'settimana in settimana'" ritenuto "devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini". Due le prossime date chiave: il 25 febbraio e il 5 marzo. Il 25 febbraio scade la proroga al divieto di spostementi tra regioni sancita nei giorni scorsi (di fatto uno degli ultimi atti formali del governo Conte bis). Spetterà al nuovo esecutivo decidere il da farsi: un nuovo stop fino al 5 marzo (data di scadenza del Dpcm attualmente in vigore) o misure differenti? Il 5 marzo è anche il giorno in cui termina lo stop alla riapertura degli impianti da sci. E anche in questo caso spetterà a Draghi stabilire la linea da adottare.

Nel frattempo, da ieri, è cambiata nuovamente la mappa dei colori dell'Italia. Con tre regioni (Abruzzo, Liguria e Toscana) e la provincia autonoma di Trento retrocesse in arancione. Percorso inverso (in senso virtuoso quindi) per la Sicilia che abbandona l'arancione per ritornare in zona gialla. Restano in rosso l’Alto Adige e alcune zone circoscritte della Toscana, dell'Umbria e dell’Abruzzo, dove sono state stabilite delle mini zone rosse regionali. A far paura non è solo l'innalzamento dell'indice Rt (che nell'ultimo monitoraggio dell'Iss era comunque sotto la soglia critica dell'1, a livello nazionale) ma anche la crescita della diffusione delle varianti (quella inglese in particolare). Secondo i dati resi noti dall'assessora al Welfare della Lombardia – la regione più colpita in questo anno di pandemia – ormai il 30% dei casi accertati è relativo a varianti. In questo quadro si colloca la richiesta del consigliere del ministro Speranza, il professor Walter Ricciardi, di un "lockdown totale nazionale" di qualche settimana. Un'idea che sta dividendo non solo la classe politica, ma anche il mondo scientifico.