Treni da calvario, la Brescia-Parma regina dei ritardi

Legambiente, rapporto Pendolaria

Pendolari a bordo di un treno

Pendolari a bordo di un treno

Milano, 12 dicembre 2017 - Malarotaia passa anche per la Lombardia. “Pendolaria”, il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario in Italia, inserisce la Brescia-Casalmaggiore-Parma fra le dieci peggiori linee nel 2017, in triste compagnia con Roma-Lido, Circumvesuviana, Reggio Calabria-Taranto, Verona-Rovigo, Agrigento-Palermo Settimo Torinese-Pont Canavese, Campobasso-Roma, Genova-Savona-Ventimiglia, Bari-Corato-Barletta. La Brescia-Casalmaggiore-Parma è una linea a cavallo fra due regioni, 92 km percorsi a 46 km di media oraria, «su cui - stigmatizza il rapporto - i pendolari riscontrano quotidiani disagi e condizioni non degne di un collegamento di questa importanza». Il servizio è migliorato per la frequenza (dal 2011 circolano 12 coppie di treni diretti al giorno, mentre erano 10 nel 2008 e 11 nel 2009), ma tutti i convogli impiegano un’ora e 50 minuti mentre nel 2009 due coppie di treni effettuavano meno fermate e il tempo di percorrenza si riduceva per questo a un’ora e 30 minuti.

Si tratta di una linea chiaramente sottoutilizzata, che gestisce meno di 30 treni giornalieri, neppure un treno l’ora. Ma ci sono carenze ancor più serie che fanno sì che la Brescia-Parma, fra le 25 linee lombarde, risulti quella con gli indici di affidabilità più bassi, tanto che per sei dei primi nove mesi dell’anno è scattato per i viaggiatori il bonus di risarcimento con lo sconto del 30% sull’acquisto dell’abbonamento mensile. «Il problema - è la severa critica di ‘Pendolaria - è che ormai da diversi anni la linea versa in una condizione di abbandono e proprio nel corso dell’ultimo anno si sono verificati una serie di gravi guasti alla linea che hanno messo a repentaglio la salute e la sicurezza di molti pendolari. E il problema è che su questa linea il materiale rotabile ha un’età media superiore ai 30 anni».

Problemi che si sono acuiti negli ultimi tre mesi, da quando è stato chiuso al traffico stradale il ponte fra Casalmaggiore (Cremona) e Parma con la conseguenza di riversare nuovi utenti sui treni, lasciando inalterati il numero delle corse e la qualità dei convogli. La richiesta è allora quella di aggiungere altri 18 treni agli attuali 29 treni giornalieri. Tagli e aumenti tariffari. La Lombardia è la regione con il maggior numero di corse (le 2.300 di Trenord). Nota decisamente positiva: per il 2017 “Pendolaria” non registra tagli dei servizi in Lombardia, Lazio, Umbria, Veneto e Bolzano. Il record delle decurtazioni appartiene alla Calabria con il 26,4%, seguita dalla Basilicata con il 18,9 e dalla Campania con il 15,1.

Viaggiare in Lombardia costa, però, meno che altrove. Gli aumenti delle tariffe hanno inciso per il 30,3%. Molto peggio hanno fatto la Liguria con il 48,9%, la Campania (incremento del 48,4%) e il Piemonte (47,3%). Età dei treni. La Lombardia è fra le regioni più attive del pensionare convogli vetusti. Ma la strada del ringiovanimento è ancora lunga, soprattutto se si fa il confronto con altre regioni. L’età media dei 385 treni è di 17 anni, poco sotto la media nazionale del 16,8; i treni con più di 15 anni sono il 41,3%. «Il rapporto - dice Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia - ha preso in esame il periodo 2010-2017 e ha evidenziato che nella nostra regione l’età media dei treni è tra le peggiori di tutte le regioni».