Nuovo Dpcm, cosa succede con il governo Draghi?

Occhi puntati al 15 febbraio, giorno in cui dovranno essere ripensati i punti fissati nell'ultimo decreto

Coronavirus, i controlli a Legnano

Coronavirus, i controlli a Legnano

Milano, 5 febbario 2021 - Cresce l'attesa per un nuovo decreto, che dovrebbe arrivare entro il 15 febbraio, giorno in cui scadranno o comunque verranno ripensati i quattro punti fissati dal Governo a gennaio: divieto di spostarsi tra Regioni gialle, chiusura degli impianti da sci, divieto degli sport di contatto (apertura palestre e piscine) e sospensione dei concorsi della Pubblica amministrazione. Le decisioni saranno prese in base all'andamento della curva dei contagi nei prossimi giorni: se si dovesse alzare sarebbe inevitabile prorogare alcune misure. Se invece l'indice Rt nazionale dovesse confermarsi anche nelle prossime due settimane sotto l'1 (l'ultimo dato è stato di 0,84) sarà presa in considerazione l'ipotesi di allentare le misure restrittive. Il report dell'Iss arriva ogni venerdì: quindi la data X per la decisione è venerdì 12 febbraio.  Ma gli occhi sono puntati anche su venerdì 5 marzo, data in cui scadrà il Dpcm 14 gennaio e con esso l’impianto del decreto stesso.

Nuovo Dpcm: cosa potrebbe succedere? Ecco le ipotesi

Mario Draghi in diretta dal Quirinale (Ansa)Cosa succede con il nuovo Governo?

Come gestirà il governo Draghi l'emergenza coronavirus? Il presidente del Consiglio incaricato "con riserva" ieri al Quirinale ha detto che la situazione "richiede risposte all'altezza". "Accetto con speranza”, ha aggiunto al termine del colloquio al Colle, mentre ha ssicurato che si rivolgerà “con rispetto” al Parlamento in giorni in cui si rende necessario “dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Capo dello Stato”. Draghi si è detto fiducioso che emerga "unità tra le forze politiche" mentre con le risorse Ue a disposizione, ha spiegato, “possiamo fare tanto”.  Gli aspetti in discussione sono molti ma quelli centrali sono il piano di vaccinazione, i rapporti con le Regioni e l'eventualità di confermare o meno il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. 

Ma prima di tutto bisogna comprendere cosa succederà con gli spostamenti tra regioni. Al 15 febbraio mancano ancora undici giorni: è possibile che per quella data il governo sia stato varato anche se magari non avrà ancora ricevuto la fiducia in una delle due camere. Il divieto di spostamento tra regioni è stato sancito dal  decreto legge 14 gennaio 2021 n. 2 e poi nel Dpcm 14 gennaio: per confermarlo il governo Draghi in arrivo, in teoria, dovrebbe quindi utilizzare gli stessi strumenti legislativi (anche se è possibile che vari un'ordinanza del ministero della Salute). Intanto, fino a quando non avrà giurato un nuovo governo, Conte potrà firmare i Dpcm e il ministro Speranza le ordinanze. Oggi sarà ultimato il report dell'Istituto Superiore di Sanità e domani, venerdì 6 febbraio, si deciderà sulle aree per Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria (ora in zona 'arancione'). Quindi i territori che puntano alla zona gialla si dovranno attenere alle decisioni delll'esecutivo in carica ma dimissionario. Si sa già che Tortorici, in provincia di Messina, da venerdì 5 febbraio sarà 'zona rossa'. Lo prevede un'ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Il provvedimento, preso d'intesa con l'assessore alla Salute Ruggero Razza - viste la nota del Comune e la relazione dell'Asp - serve a salvaguardare la salute pubblica e contrastare la diffusione del Coronavirus nel centro nebroideo. Per le altre regioni (in zona 'gialla'), al momento, non dovrebbero esserci cambiamenti. Le misure restrittive resteranno in vigore fino a lunedì 15 febbraio. 

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Lombardia in zona gialla dal 13 dicembre
Lombardia in zona gialla dal 13 dicembre
Zone a colori, fino a quando?

Inutile dire che, con l'ingresso in zona gialla di molte regioni d'Italia, il rischio assembramenti si è fatto pià alto. Complice la riapertura delle scuole e il maggior utilizzo di mezzi di trasporto pubblico in città. Ma se la maggior  parte delle aree è 'gialla', quattro territori regionali ed una Provincia autonoma sono ancora in zona arancione (Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano). Nessuno in zona rossa. Molto ambita la zona bianca, ma ancora nessuna regione se l'è meritata. Quanto durerà il sistama a colori? Di sicuro fino al 15 febbraio, ma è probabile che si arrivi anche al 5 marzo. Poi servirà un nuovo decreto per disciplinare le restrizioni se saranno ancora necessarie oppure se si andrà verso l'adozione di altri sistemi. Lo stato di emergenza è invece stato prorogato fino al 30 aprile. Secondo le norme è possibile prorogare l’emergenza fino al 31 luglio 2021, senza un limite di proroghe, ma in realtà l'ultima scadenza può essere ulteriormente prolungata, come già avvenuto per alcuni casi come quelli delle emergenze legate al sisma del Centro Italia o al terremoto dell’Emilia. Con lo stato d'emergenza vengono attribuiti poteri straordinari al governo e alla Protezione civile, tra cui la possibilità di operare in deroga alle disposizioni di legge vigenti. 

Il miraggio della 'zona bianca'

La 'zona bianca' è stata istituita con l'ultimo Dpcm ed entra in vigore nel caso in cui l’indice di rischio di contagi è molto basso (inferiore, cioè, a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive) e non applica le restrizioni che interessano le regioni 'gialle', 'arancioni' e 'rosse', tuttavia resta sotto esame in funzione, indica il Dpcm, delle “Attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico”. In buona sostanza: nel 'periodo finestra' le regioni in area bianca potrebbero comunque vedersi applicate specifiche misure di restrizione. 

Attilio Fontana
Attilio Fontana
Fontana: "Stop a zone e colori"

Intanto, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, vuole cambiare le regole, mettendo al bando zone e colori. E, qualche giorno fa, ha cercato l’appoggio del primo cittadino di Milano, Beppe Sala. “In attesa che il Tar del Lazio si pronunci sul tardivo passaggio della Lombardia in zona arancione e confermi, come ne sono certo, le nostre ragioni, rilancio al sindaco di Milano, Beppe Sala la proposta che intendo condividere con le Regioni. Una proposta che, mi auguro, trovi anche l’adesione dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia, a partire dai sindaci delle grandi città”. Il governatore ha lanciato l'idea con un post sul suo profilo Facebook: “Proponiamo insieme, in tempi rapidi, di modificare le attuali determinazioni in capo a Dpcm che confermo essere astrusi e incomprensibili. Lavoriamo insieme per fare in modo che, attraverso regole certe e controlli efficaci, venga superato questo sistema delle zone “a colori” che ogni settimana produce chiusure insensate e incomprensibili per la stragrande maggioranza dei cittadini e aperture sempre soggette a revisioni successive. Abbiamo bisogno di un sistema più stabile che sia chiaro sui comportamenti consentiti, con regole certe che consentano a cittadini e attività di programmare la propria vita in sicurezza. Sindaco Sala, se ci sei batti un colpo! E dichiara pubblicamente che sosterrai la proposta che la Lombardia intende sottoporre a quello che sarà il nuovo Governo”.

Screening anti-Covid
Screening anti-Covid
Covid, i dati in in Italia

In attesa del report settimanale dell'Iss di domani, venerdì 5 febbraio, ieri in Italia sono stati registrati 13.189 nuovi casi su 279mila tamponi effettuati con un tasso di positività del 4,7%. Le vittime sono state 476. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 2.145, 69 in meno rispetto al giorno prima, nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono stati 133. I ricoverati con sintomi sono invece 20.071, quindi 246 in meno di martedì. Per quanto riguarda la Lombardia, tra le regioni più colpite, sono stati 1.738 i nuovi casi a fronte di 38.651 tamponi effettuati (di cui 28.390 molecolari e 10.261 antigenici). Il tasso di positività è del 4,4%. I decessi registrati sono stati 46, portando il totale a 27.259. Continuano a diminuire i ricoverati nelle terapie intensive, meno 2. Mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono aumentati di 10. I guariti/dimessi sono stati 906.