No vax pericolosi, blitz della polizia: perquisizioni domiciliari e informatiche

Gli agenti in azione nelle città di Milano, Roma, Bergamo, Reggio Emilia, Venezia e Padova. Preparavano armi per i cortei, anche "5 guerriere"

Messaggi delle chat Telegram dei gruppi no vax

Messaggi delle chat Telegram dei gruppi no vax

Milano - Blitz della Polizia di Stato contro i no vax: gli agenti stanno eseguendo perquisizioni domiciliari e informatiche a carico di appartenenti al mondo dei contrari al vaccino anti Covid che tramite un gruppo Telegram hanno manifestato intenti violenti da porre in essere in occasione di manifestazioni pubbliche. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano che ha delegato la locale Digos e il Compartimento di Polizia postale, sono rivolte nei confronti di persone residenti nelle citta' di Milano, Roma, Bergamo, Reggio Emilia, Venezia e PadovaOtto persone, tra cui 5 donne, sono state denunciate per istigazione a delinquere aggravata. Per gli inquirenti il blitz rientra in una "importante attività preventiva contro dei disordini" che erano stati programmati. Da un lato, c’è il riscontro che questi gruppi stanno "alzando il tiro” e dall’altro si dimostra che le istituzioni e le forze dell’ordine sono presenti nel contrastarli. 

'I guerrieri', anche 5 donne

Gli indagati, tra i 33 e i 53 anni, sono membri attivi di un gruppo Telegram denominato "I guerrieri", nel quale vengono progettate azioni violente da realizzare - anche con l'uso di armi ed esplosivi fai da te - in occasione delle manifestazioni 'No Green Pass' organizzate su tutto il territorio nazionale, in particolare quella in programma a Roma per le giornate dell'11 e 12 settembre. Il gruppo era composto da 3 uomini e 5 donne, queste ultime definite come "molto determinate e arrabbiate". Si tratta di una frangia composta da persone con un "profilo basso" senza "esponenti d'area" ma da gente comune: disoccupati, operai, portinai, camerieri. Uno degli uomini, che aveva un porto d'armi, era conosciuto per essere vicino all'indipendentismo veneto, ma al momento non sarebbe emerso niente di più strutturato.  Una sola la chat violenta. "Non risulta, al momento, dal nostro monitoraggio, che ci siano altre chat analoghe, con No Vax che istigano ad azioni violente", hanno precisato, nel corso di un incontro in questura, a Milano, i dirigenti della Digos Guido D’Onofrio e del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Lombardia, Tiziana Liguori. Il gruppo Telegram di cui gli 8 indagati erano gli ispiratori aveva circa 200 partecipanti.

La chat: "Facciamo saltare i camion delle tv"

"Noi quando andiamo a Roma i primi che dobbiamo colpire sono i giornalisti. Sono da fare fuori". Questo è uno dei messaggi scritti dai membri del gruppo Telegram “I guerreri”. Gli otto No Vax coinvolti nell’operazione di oggi della Polizia di Stato invitando a "usare le molotov" (che non risulta possedessero) per "far saltare i furgoni delle tv". Secondo quanto riferito in questura a Milano, "per la stampa, ritenuta asservita al regime, avevano un vero e proprio odio".

Nel mirino i palazzi del potere a Roma

Gli altri bersagli erano i palazzi del potere a cui contestavano di portare avanti "un disegno di sistema del dominio". Nella chat monitorata dalla polizia postale, gli otto indagati infatti parlavano di “occupare i palazzi” del potere a Roma. Si stavano muovendo per creare una “rete” a livello nazionale per azioni violente e stavano pianificando una riunione operativa e preparatoria, o in un luogo fisico o rimanendo sui canali digitali, per la manifestazione ’no Green pass’ di sabato 11 settembre a Roma. Avrebbero voluto anche creare disordini nel corso della visita, che poi fu annullata, del ministro della Sanità Roberto Speranza a Padova, che era in programma per il 2 settembre. In una delle conversazioni si parla di far saltare il Parlamento con del tritolo, avvalendosi di un drone. Non si tratterebbe però di un progetto ma di farneticazioni, definite dagli inquirenti "puro odio delirante"."Radere al suolo il Parlamento con tutti loro dentro - si legge - basta un piccolo drone pilotato a distanza da uno dei tetti di Roma... un 500 grammi di tritolo e lo lasci cadere durante la seduta...", I No Vax del canale Telegram incriminato erano anche convinti che i parlamentari non siano davvero vaccinati ma che, 'ben consapevoli di un esperimento di ingegneria genetica in ato'ò, si sarebbero fatti inoculare solo una soluzione fisiologica". In un'altra conversazione veniva scambiato l'indirizzo dell'abitazione del Presidente del Consiglio, Mario Draghi. "L'appartamento situato al civico n... del quartiere... Ma questa fonte non è sicura". Si tratta, hanno precisato gli inquirenti, di un indirizzo istituzionale già uscito però in precedenti proteste No Vax. 

Le regole per evitare la polizia

Dopo il blitz della polizia, su alcune chat sono stati diffusi consigli per evitare la polizia. "Non c'è stato nessun arrestato tramite Telegram, che non fornisce informazioni relative all'utenza che usa gruppi e canali", si legge. E ancora: "Le persone sono state rintracciate grazie a trojan inviati via chat dai servizi sotto copertura", si legge su una chat, che invita gli attivisti no vax a "non scambiare numeri di telefono" e a "non cliccare link che portano ad altre app. Semplici regole per ridurre il rischio a zero".

Le armi regolarmente detenute e sequestrate ad uno degli indagati
Le armi regolarmente detenute e sequestrate ad uno degli indagati
Le perquisizioni, trovate armi

Le perquisizioni riguardano documenti "di qualsiasi natura (anche informatici)" e dispositivi, come notebook, cellulari, memorie o supporti informatici, "utili alla ricostruzione dei fatti e della responsabilità". Stando alle indagini della Digos, coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Piero Basilone, sarebbero state trovate armi, come coltelli e bastoni. Si cercano anche elementi "riguardanti i rapporti tra gli indagati e tra questi e altri soggetti che potrebbero aver concorso all'istigazione alla commissione di delitti connotati dalla violenza contro persone e cose" e per la "delineazione dei rispettivi ruoli".  Uno degli otto no vax ha regolare porto d’armi per uso sportivo. A casa sua in provincia di Bergamo la polizia ha trovato diverse armi da fuoco regolarmente detenute. Un’altra attivista indagata, residente in provincia di Venezia, aveva il porto d’armi, ma le era stato revocato per problemi psichiatrici. A casa di altri sono stati trovati tirapugni e spray urticanti illegali. Un indagato residente in provincia di Reggio Emilia aveva una katana, una spada giapponese.

No vax violenti su Telegram: le indagini della polizia
No vax violenti su Telegram: le indagini della polizia
Pm: "Volevano condizionare il Governo"

Stando a quanto scrivono il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il pm Piero Basilone nei decreti di perquisizione, le "azioni violente" che stavano programmando, anche con l'uso di armi, i ' no vax' erano "tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale".  Per gli inquirenti il blitz di stamani, come viene chiarito, rientra in una "importante attività preventiva contro dei disordini" che erano stati programmati. Da un lato, c'è il riscontro che questi gruppi stanno "alzando il tiro" e dall'altro si dimostra che le istituzioni e le forze dell'ordine sono presenti nel contrastarli.