Lo sport, l’economia e l’innovazione : "Il Giorno", l’avanguardia in mostra

Milano, le storiche prime pagine esposte alla fermata Duomo del metrò

L’allestimento della mostra

L’allestimento della mostra

Milano, 21 settembre 2016 - Non una mostra tradizionale, nel solito palazzone classico, nobiliare, marmi, ebani, stucchi. Ma una mostra nell’ambito dei festeggiamenti per i suoi primi – da sottolineare: primi – sessant’anni, “Il Giorno” ci teneva a organizzarla. Così da oggi, anche in occasione della settimana della moda, il quotidiano che nel 1956 rivoluzionò il panorama giornalistico italiano si racconterà per un mese nella galleria Santa Radegonda, all’interno della Metropolitana Duomo, punto di passaggio ad altissima frequentazione, passeggero più passeggero meno un milione e mezzo ogni settimana. Realizzata in collaborazione con Solidea - Calzificio italiano e con il Consorzio vini Oltrepo Pavese, la mostra si snoda agilmente attraverso pannelli che allineano ingrandimenti delle prime pagine storiche, fotografie, bozzetti, tavole originali emerse dagli archivi. Un racconto per temi, più che cronologico, quello che ricostruisce il passato del quotidiano. E si apre su un futuro al passo con i tempi: nell’era di Internet, alle nove edizioni locali si sono infatti aggiunti ben diciassette portali cittadini che coprono gli avvenimenti di tutta la Lombardia.

Scrive nel primo pannello introduttivo Giuliano Molossi, direttore del giornale: «Nella storia del giornalismo italiano, quella del 21 aprile del 1956 è una data indimenticabile. Nasceva “Il Giorno”, un quotidiano diverso da tutti gli altri, che rivoluzionò il modo di fare informazione. Nel mondo della carta stampata fu un autentico terremoto. Questa mostra illustra la storia di un quotidiano che oggi come ieri continua a guardare al futuro, con le sue 9 edizioni locali e 17 portali cittadini in Lombardia».

E poi le parole di Nello Ajello: «Il Giorno irruppe nei tranquilli recinti dell’informazione italiana come un quotidiano corsaro, di formula moderna, tecnicamente innovativo, politicamente inquietante». Ha inventato, per esempio, la pagina dell’economia, a tutto campo: sino all’avvento del Giorno, la stampa paludata si occupava di soldi fingendo – da sottolineare: fingendo - di trattarli come il proverbiale «sterco del demonio», dimenticandosene se non per poche righe a commento delle quotazioni di Borsa, figurarsi parlare di sindacati. Cosa che “Il Giorno” fece senza timore. Fra i pannelli che incuriosiranno di più il passante in Santa Radegonda certo quelli dedicati allo sport. «Erano le pagine più belle che si fossero mai viste», le ricorda Vittorio Emiliani. Mario Fossati a seguire ciclismo e ippica, Pilade Del Buono al pugilato – e sì, allora esisteva -, Giulio Signori, Gianni Clerici, un «giovin signore» che sarebbe divenuto il principe degli storici del tennis. E l’inarrivabile Gioannbrerafucarlo, convinto, ma a forza, a condensare racconto, analisi tecnica e retroscena di una partita di calcio in cinquanta righe, se il maledetto grafico gli aveva riservato quello spazio. D’altronde, cinquanta righe sono sufficienti a raccontare le cinque “w” di un avvenimento, il chi-quando-dove-come-perché. Basta essere bravi.