Marte, Nerviano ci crede ancora: "La nostra tecnologia ci porterà lì"

I ricercatori tornano al lavoro dopo il parziale insuccesso della sonda Schiapparelli

FUTURO Tecnici al lavoro per preparare la seconda parte della missione ExoMars che partirà nel 2020. Leonardo sta allestendo il prototipo della trivella che verrà utilizzata per capire il suolo del pianeta rosso

FUTURO Tecnici al lavoro per preparare la seconda parte della missione ExoMars che partirà nel 2020. Leonardo sta allestendo il prototipo della trivella che verrà utilizzata per capire il suolo del pianeta rosso

Milano, 23 ottobre 2016 - Leonardo. Un nome importante. Il nome di chi ha cambiato la storia. Il nome di chi vuole cambiare la storia. Mai nome fu più azzeccato per la società, che ha stabilimenti a Nerviano in Lombardia e a Campi Bisenzio in Toscana, che ormai da anni è protagonista delle missioni aerospaziali più importanti del mondo. «Andremo su Marte», assicurano.

Proprio qui, negli stabilimenti di Nerviano, nascono moltissime componenti che rendono affidabili e innovative diverse missioni spaziali. Mille dipendenti in totale, di cui 150 si occupano stabilmente della divisione spazio. E il cui cuore dal 16 ottobre è in parte sul pianeta rosso. Pannelli solari e scheda di distribuzione della potenza dell’orbiter Tgo sono infatti stati realizzati proprio a Nerviano.

La prima parte della missione ExoMars è gran parte di marca italiana, insomma. Nerviano, come è accaduto nel caso della missione Rosetta che ha portato un rover sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, ha fornito componenti importanti per questa prima parte del programma che dovrebbe portare a scoprire se c’è vita su Marte. La sonda Schiaparelli si è staccata dal Tgo per tentare l’ammartaggio, ma la sua vita si è spenta subito prima. «In tanti, troppi, hanno parlato di fallimento della missione», dicono i ricercatori.

In realtà a Nerviano la fiducia rimane alta. Perché in fondo la consapevolezza che Schiaparelli abbia fatto il proprio dovere c’è eccome. D’altro canto il lander era stato mandato in avanscoperta per fornire dati che poi saranno utilizzati nella seconda parte di ExoMars, quella che partirà nel 2020 e che vedrà arrivare sul suolo di Marte il rover con la trivella, anch’essa made in Nerviano come quella utilizzata per Rosetta, che avrà il compito di escavare il terreno del pianeta rosso e prelevarne e analizzarne dei campioni.

I tecnici di Leonardo guardano quindi con ottimismo al futuro, anche perché la fine della «vita» di Schiaparelli non coincide di certo con il fallimento della «missione» di Nerviano. Anzi. Il cuore di questi talenti, molti dei quali decisamente giovani, batte ancora per Marte. Lì infatti gravita ancora il Tgo, ovvero l’orbiter che avrà il compito di fornire dati sull’atmosfera del pianeta rosso. Analisi, ma anche comunicazione: il Tgo sarà attivo fino al 2022 e nel 2020 rappresenterà il ponte fra il lander su Marte e la Terra. «There’s a starman waiting in the sky» cantava David Bowie. Ecco, il Tgo sta aspettando proprio il robottino. Intanto a Leonardo non si rimane di certo a guardare. I talenti stanno lavorando per realizzare il prototipo della trivella che escaverà il suolo lunare. «If you believe they put a man on the moon» affermavano i Rem. Nerviano non ci porterà un uomo, ma un meccanismo che potrà far capire se un giorno qualche uomo potrebbe magari viverci.