Nuovo Dpcm, Lombardia zona rossa. Fontana: "Non ce lo meritiamo, pronti a fare ricorso"

Critiche al sistema dell'Rt: "Si basa su dati vecchi". Il governatore scrive al ministro Speranza: riconsiderare la misura

Fontana e i dati dei contagi su 100mila abitanti

Fontana e i dati dei contagi su 100mila abitanti

Milano, 15 gennaio 2021 - Prima il decreto legge, poi la bozza del Dpcm e, infine, il documento definitivo con le nuove misure restrittive per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo.  Ma oggi è anche il giorno del cambio della mappa colorata d'Italia anti-Covid. E la Lombardia, come si temeva, è in zona rossa. Ad anticiparlo è stato lo stesso governatore Attilio Fontana, a margine di un evento a Concorezzo, in Brianza. "Da lunedì saremo in zona rossa - ha detto - anche se è una punizione che non ci meritiamo perché i cittadini lombardi sono stati bravi, hanno tenuto comportamenti corretti e i parametri sono migliorati. Purtroppo, però, il sistema dell'indice Rt si basa su dati vecchi che non rispecchiano la realtà attuale". Più tardi, in diretta a 'Pomeriggio Cinque, il presidente della Regione ha ribadito: "Non condividiamo la scelta di inserire la Lombardia in zona rossa per cui, qualora dovesse arrivare questa ordinanza, proporremo ricorso".  "Ho chiesto al ministro Speranza di ripensarci - ha aggiunto Fontana - e invieremo delle accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione. Sono stato cauto e ho preteso sempre il rispetto delle regole. Tuttavia ritengo fortemente penalizzante questo scenario, che darebbe un colpo devastante a una grossa fetta dell'economia lombarda. Più volte ho chiesto al Governo di rivedere i parametri perché basati su dati vecchi, in questo caso del 30 dicembre che, oltretutto, non tengono conto di importantissimi indicatori a noi favorevoli, come per esempio l'Rt sull'ospedalizzazione. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposta". "In Lombardia - ha proseguito - negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione". "Attendiamo l'ufficialità dal Ministero - ha concluso - ma siamo pronti a presentare ricorso".

La lettera a Speranza

Il provvedimento con cui classificare la Lombardia 'zona rossa' "prende in considerazione come riferimento un RT-sintomi del 30 dicembre scorso, quindi di ben diciassette giorni fa". Un elemento "pertanto fortemente datato e quindi non più aggiornato all'attuale andamento epidemiologico"sottolinea il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, nella lettera inviata oggi al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedergli di "riconsiderare" l'adozione della zona rossa.  Le considerazioni sull'Rt di Fontana assumono "ancora più rilevanza alla luce del fatto che, a seguito delle modifiche introdotte al predetto Dl dai recentissimi decreti legge (..) - sottolinea nella missiva - sono state abbassate notevolmente le soglie di Rt in base alle quali si applicano le misure più restrittive previste dall'art. 3 del Dpcm".  Per Fontana, "si dovrebbero applicare con maggiore ponderazione, non solo il parametro del Rt, ma anche gli altri indicatori finalizzati alla definizione del livello di rischio. Tale richiesta è stata più volte rappresentata nelle sedi istituzionali dai presidenti delle Regioni senza ottenere adeguato riscontro. Mi risulta altresì che nella odierna valutazione settimanale è stato disatteso il parere della Cabina di Regia", aggiunge il governatore. Oltre a ciò, "ritengo - scrive - che debbano essere valorizzati maggiormente i criteri di tempestività, di completezza e coerenza nonché del criterio di resilienza del Sistema Sanitario Regionale". 

Moratti: rivedere criteri urgentemente

Per Letizia Moratti, neo assessore al Welfare e vice presidente della Regione, "i criteri su cui si basa la valutazione per la definizione della tipologia di rischio e quindi l'assegnazione del colore alle zone devono essere oggetto di necessaria rivalutazione per essere più tempestivi e coerenti con l'andamento epidemiologico". "Regione Lombardia - ha proseguito Letizia Moratti - viene penalizzata pur avendo una incidenza di contagi per abitante nettamente inferiore a diverse altre regioni e alla media nazionale, sulla base di dati risalenti a due settimane fa, mentre nel frattempo la situazione è di gran lunga migliorata". "Occorre pertanto - ha concluso la vicepresidente - una revisione urgente di questi criteri e dell'eventuale inserimento della Lombardia in zona rossa". 

La battaglia dei sindaci

Sulla richiesta di deroga alla zona rossa da parte di alcuni sindaci lombardi,  il presidente Fontana ha sottolineato: "Comprendo bene le ragioni dei sindaci che, evidenziando come i loro territori sono al di sotto della media regionale, chiedono una deroga. Il problema è che tale parametro non è preso in considerazione dal Ministero della Salute e dal Cts nazionale, ma solo l'Rt. Se venisse utilizzato il tasso di incidenza dei positivi su 100 mila abitanti, infatti, oggi la Lombardia non finirebbe in zona rossa. Prendendo in considerazione quel dato la Lombardia ha un'incidenza ben al di sotto di gran parte delle altre regioni italiane, che oggi verranno classificate magari anche in zona gialla".

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Sala contro la Regione

Critico con Palazzo Lombardia il sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Da domenica saremo in zona rossa ma qualcosa non torna - ha detto il primo cittadino  -. Prima Regione Lombardia decide di non riaprire le scuole fino al 24 gennaio, salvo essere smentita dal Tar, poi Fontana dice per giorni 'siamo vicini alla zona rossa'. Oggi strepitano".

Il testo del Dpcm

Report Iss: 11 regioni ad alto rischio, in Lombardia Rt schizza a 1.4

Oggi infatti, come ogni venerdì, l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha reso pubblico il report con il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia di Covid-19 in Italia, che questa settimana riguarda il periodo compreso tra il 4 e il 10 gennaio (con i dati aggiornati al 13 gennaio) e rende quindi un'istantanea dei risultati delle misure anti-Covid adottate durante le feste. In Italia "si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese, dovuto a un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di Sars-Cov-2 in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni e province autonome". Come spiegato dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro "l'Italia è in un fase di ricrescita ma di crescita lieve e grazie alle misure non ci troviamo di fronte a impennata della curva". Sulla base dei dati, il ministro della Salute firmerà le ordinanze con la ripartizione delle regioni nella singole zone (bianca, gialla, arancione e rossa). Al momento, nessuna delle regioni ha i criteri per poter andare in zona bianca. 

Questo l'elenco dell'indice Rt nelle regioni italiane:

Abruzzo, 1.18; Basilicata, 1.14; Calabria, 1.05; Campania, 0.99; Emilia Romagna, 1.15; Friuli Venezia Giulia, 0.94; Lazio, 1.1; Liguria, 1.15; Lombardia, 1.4; Marche, 0.97; Molise, 0.7; Piemonte, 1.14; Provincia autonoma Bolzano, 1.5; Provincia autonoma Trento, 1.01; Puglia, 1.18; Sardegna, 0.99; Sicilia, 1.19; Toscana, 1.01; Umbria, 1.29; Valle d'Aosta, 1.19; Veneto, 0.96. 

Zona rossa

Oltre alla Lombardia in rosso anche Sicilia e provincia autonoma di Bolzano.

Zona arancione

Insieme a Calabria, Emilia-Romagna e Veneto (già nella fascia da una settimana, secondo le verifiche sul precedente monitoraggio) anche Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D'Aosta.

Zona gialla

In giallo Campania, Sardegna, Basilicata, Toscana, Provincia Autonoma di Trento e Molise