Mandello, 25 settembre 2016 - Può bastare un film per raccontare una carriera fatta di 60 anni di successi nel nuoto? Questo il dilemma a cui è chiamata a rispondere la regista Donatella Cervi impegnata nelle riprese di «Cento milioni di bracciate» il lungometraggio dedicato alla vita del nuotatore Leo Callone. La vita di Callone sembra un film: dalla mitica impresa della traversata della Manica in 13 ore fino alle sfide sportive dedicate alla memoria del figlio Nicola per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni povere del Guatemala, il tutto passando attraverso la battaglia contro il cancro. «Mi è capitato tante volte – racconta lo sportivo che oggi ha 70 anni e nuota ancora – di pensare che la mia vita fosse da cinema e adesso stanno facendo davvero un film. Per dire la verità pensavo che su un set si lavorasse meno, invece è un massacro. Gli attori, in particolare Paola Onofri e Gian Marco Tavani, si sono profondamente immedesimati nella parte ed è emozionante vedere scene che ho vissuto ripetute nella finzione».
La prima di «Cento milioni di bracciate» è prevista per il 17 novembre a Milano in occasione del «Milano International Ficts Fest» della Federazione delle Televisioni Sportive riconosciuta dal Comitato Internazionale Olimpico e Callone spiega: «La mia speranza è che vedere questo film possa essere di stimolo ai giovani. Vorrei che capissero che il sacrificio, la determinazione e la costanza sono fondamentali nella vita e che permettono di stare in forma ma anche di sconfiggere le cose brutte che purtroppo nella vita capitano, dalle perdite dei cari alle malattie. Non tutti possono essere campioni ma tutti possono aspirare a diventarlo e anche solo l’inseguire quel sogno è già un grande risultato».