Una goccia e il vaso trabocca

"Quasi la metà di questo tesoro è costituito dalla sotto-dichiarazione da parte degli operatori economici e oltre il 36% dall’impiego di lavoro irregolare"

Milano, 22 agosto 2017 -

LA LETTERA

Il presidente dell’Inps Tito Boeri dice che, senza gli immigrati, le casse previdenziali avrebbero un buco economico addirittura di 38milioni di euro. Credo che il presidente Boeri sia l’unico italiano a non essersi accorto che un numero rilevante di extracomunitari lavora in nero e si regolarizza solo quando gli servono i documenti per il permesso di soggiorno, la cittadinanza oppure compilare le pratiche per il ricongiungimento famigliare. Tuttavia, quando saranno in età pensionabile, tutti percepiranno una rendita previdenziale, fosse solo di anzianità: gli immigrati sono quindi un costo, e non una risorsa per le casse dell’Inps. Se, a conti fatti, va bene così, è un altro paio di maniche.

Roberto C., Milano

LA RISPOSTA

Riflessione ineccepibile, la sua. Che coglie un aspetto interessante: si guarda il qui e ora e non si prende in considerazione il cosa sarà domani. Restiamo sempre il Paese delle emergenze. Non credo però che il problema stia tutto sul peso che in futuro gli stranieri avranno sulle casse previdenziali. Snocciolando dati e statistiche occorre sempre ricordare che in Italia l’economia sommersa derivante da attività illegali supera di gran lunga i 200 miliardi l’anno e vale il 13% del nostro prodotto interno lordo. Quasi la metà di questo tesoro è costituito dalla sotto-dichiarazione da parte degli operatori economici e oltre il 36% dall’impiego di lavoro irregolare. Lo dice l’Istat. Se a questo bendidio sottratto anche alle casse previdenziali sommiamo quanto oggi - in piccola parte - gli stranieri contribuiscono alle casse siamo alla goccia che potrebbe far traboccare il vaso del welfare in tempi brevi: credo si possa interpretare in questo senso più ampio la riflessione-allarme del presidente dell’Inps. Cominciamo a chiederci chi ha riempito il vaso. E prepariamoci, perché alla fine il conto lo pagheremo noi.

ivano.costa@ilgiorno.net