Dà l’ok alle case in affitto per i profughi: insulti al giudice, poi scatta la protezione

Consente l'uso (teorico) di alloggi vuoti. Subisce linciaggio on line

Dario Colasanti

Dario Colasanti

Lecco, 24 novembre 2016 - Minacciato e insultato per aver firmato una circolare che consente alla prefettura di assegnare ai migranti le case pignorate. Per questo motivo il giudice delle esecuzioni immobiliari di Lecco, Dario Colasanti, è finito sotto protezione. E ora il suo diventa un caso politico con l’Associazione nazionale magistrati di Milano che nella giornata di ieri ha espresso «solidarietà al collega, vittima di una campagna denigratoria condita da strumentale mistificazione, e oggetto, su vari siti web e blog, di violentissimi e inaccettabili attacchi, anche di minacce alla persona». Secondo i magistrati milanesi, sulla vicenda si registrano «gravi e strumentali episodi di disinformazione».

In particolare l’associazione fa notare che «con la propria iniziativa, il giudice Colasanti non ha in alcun modo disposto che gli immobili interessati da procedure esecutive o fallimentari venissero sgomberati dai proprietari per essere assegnati a cittadini stranieri, prendendo in considerazione solo immobili già vuoti». La vicenda risale al 14 ottobre scorso quando in una circolare il giudice Colasanti «consentiva la locazione provvisoria, dietro corresponsione del relativo canone, per il tramite della Prefettura, di appartamenti pignorati o nelle disponibilità di curatori fallimentari nell’ambito del progetto di accoglienza diffusa di cittadini stranieri rifugiati sul territorio provinciale di Lecco, il tutto previa valutazione caso per caso e parere favorevole dei creditori». Apriti cielo, sul web si scatena la caccia alle streghe con attacchi strumentali da più parti quando «il giudice – ricorda ancora l’associazione magistrati – ha lodevolmente cercato di contemperare i doveri connessi al proprio ruolo con esigenze umanitarie e sociali, in un’ottica di collaborazione tra autorità dello Stato».