Dopo Expo, il futuro in otto pagine. Così nasce il polo della conoscenza

Pronta la bozza, martedì la firma di Renzi. Ma la tensione non è sopita di MASSIMILIANO MINGOIA

Operai al lavoro sul sito Expo

Operai al lavoro sul sito Expo

Milano, 6 novembre 2015 - La bozza del documento è pronta. Otto pagine intitolate «Protocollo d’intesa per la riqualificazione e riqualificazione del sito Expo 2015 nella fase del post evento. Progetto del nuovo campus universitario scientifico integrato». Il futuro dell’area espositiva parte da qui. La firma dei soci (presidenza del Consiglio dei ministri, Regione, Comune di Milano, Città metropolitana, Comune di Rho, Università Statale e Arexpo) è attesa per martedì, quando il premier Matteo Renzi sarà a Milano per parlare proprio del dopo Expo. La bozza è pronta, ma la guerra tra Expo Spa, da una parte, e Arexpo (in particolare uno dei soci della società, Fondazione Fiera), dall’altra, è ancora in corso e il documento potrebbe subire modifiche tecniche fino all’ultimo minuto.

Ma ripartiamo dall’inizio. Nella bozza del protocollo d’intesa si legge che l’obiettivo dei soci fissato per il post Expo è «realizzare nel sito di Expo 2015 un polo della conoscenza e del saper fare dell’università, della ricerca e dell’innovazione, anche internazionale, con particolare riferimento al settore agro-alimentare, incluse le arti e i mestieri, che a partire dal trasferimento nel sito dei dipartimenti scientifici dell’Università degli Studi di Milano aggreghi una serie di funzioni pubbliche e private per realizzare un progetto integrato, sostenibile e capace di costituire una nuova centralità nella regione urbana milanese e un coordinamento con altre realtà territoriali interessate».

Nel documento sono elencate le quattro principali manifestazioni d’intesse pubbliche e private per l’area post Expo: il ministero dell’Agricoltura punta a realizzare il Crea (Centro per la ricerca in agricoltura dell’economia agraria); l’Agenzia del demanio vuole trasferire una serie di uffici attualmente a Milano; Assolombarda si propone nel «ruolo di aggregatore di un pool di aziende interessate a realizzare un cluster legato all’innovazione tecnologica»; Alta Gamma intende realizzare «un polo di alta formazione tecnica di arti e mestieri per recuperare il valore dell’artigianato italiano».

Dopo la sottoscrizione del protocollo, quali saranno i passaggi? Il documento cita la Cabina di regia formata da Governo, Regione e Comune che darà vita a un Tavolo tecnico di coordinanamento formato dagli stessi sottoscrittori del protocollo d’intesa che «dovrà elaborare entro tre mesi uno studio di fattibilità (lo Studio) finalizzato a individuare le migliori modalità di utilizzo dell’area interessata da Expo 2015 (il Progetto) e a indirizzare le attività di dismalting e di manutenzione del sito a partire dal 1° luglio 2016». Lo Studio avrà lo scopo di definire il progetto scientifico, la fattibilità urbanistica, la fattibilità tecnica sul tema delle bonifiche e del dismalting dei padiglioni e delle infrastrutture presenti nel sito, la sostenibilità economico-finanziaria, la valutazione giuridico-amministrativa per favorire l’insediamento di attività a elevato contenuto scientifico e innovativo. Nel Protocollo d’intesa, infine, si legge che «le attività del Tavolo tecnico di coordinamento potranno essere integrate attraverso la nomina di consulenti esterni di elevata specializzazione». massimiliano.mingoia@ilgiorno.net