Colori regioni: ecco cosa può cambiare e quando. La Lombardia punta all'arancione

Venerdì il monitoraggio dell'Iss sull'andamento della pandemia Covid-19 in Italia. Nessuna regione andrà in giallo. Ecco la data chiave per la Lombardia

Piazza Duomo a Milano e la mappa a colori dell regioni

Piazza Duomo a Milano e la mappa a colori dell regioni

Roma - Domani, venerdì 19 marzo, è atteso il monitoraggio settimanale Covid-19. Il 12 marzo, giorno della precedente valutazione, per la sesta settimana consecutiva si era attestato un peggioramento nel livello generale del rischio epidemico in Italia con una ulteriore accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale ed un Rt medio in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra la soglia epidemica. A preoccupare gli esperti anche il forte aumento nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva con un tasso di occupazione che a livello nazionale aveva superato la soglia critica. Alla luce dei dati allarmanti era scattata una nuova stretta con undici regioni (Lombardia in testa) in zona rossa e le restanti in arancione. Unica eccezione per la Sardegna che - stando ai buoni numeri di contagi e ricoveri - ha mantenuto il suo status di zona bianca. Da lunedì 15 marzo in Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio,  Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento, Campania e Molise sono scattate le regole della zona rossa. In arancione Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Sicilia, Umbria, Toscana, Valle d'Aosta.

La Lombardia punta (presto) all'arancione 

Cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni? La Lombardia spera in un ritorno rapido in arancione ma - proprio in virtù del meccanismo del provvedimento - ciò non potrà avvenire prima di due settimane dall'inizio dell'ultimo lockdown. Un eventuale cambio di colore della Lombardia, infatti, potrà essere deciso soltanto da venerdì 26 marzo, quando l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute valuteranno la situazione epidemiologica delle varie regioni. Se la Lombardia dovesse superare l’esame, entrerebbe in zona arancione a partire da lunedì 29 marzo e vi resterebbe fino a venerdì 2 aprile. Simili speranze che per il Lazio. Va comunque precisato che per il 3-4-5 aprile - come deciso dal decreto legge del governo Draghi - per tutte le regioni varranno (a prescindere dalla zona di riferimento) le regole della fascia rossa. Già il report di domani potrebbe fornire utili informazioni sull'andamento dell'epidemia e sulle prospettive per il prossimo futuro. 

La speranza di Fontana

"Non anticipo niente - ha detto nei giorni scorsi il governatore lombardo Attilio Fontana con un cauto ottimismo - posso dire che vedo qualche leggero miglioramentoCredo che dovremo aspettare quello che succederà. Mi auguro che i dati saranno buoni, che ci sia la possibilità passare all'arancione anche per dare un po' di respiro". Con il passaggio in arancione – in quei cinque giorni prima della Pasqua - riaprirerebbero i nidi, tornerebbe la didattica in presenza per almeno il 50% degli studenti, riaprirebbero i negozi, i parrucchieri e gli estetisti. Nulla cambierebbe per bar e ristoranti, costretti all’asporto esattamente come in zona rossa. Verrebbe meno l’obbligo dellautocertificazione per motivare i propri spostamenti, ma ci si potrebbe spostare solo all’interno del Comune di residenza. Il governatore ha poi ribadito ancora una volta che i parametri per l'ingresso nelle fasce di colore devono essere - a suo avviso - rivisti: "Il parametro dell'Rt, ad esempio, si riferisce a dati vecchi, di due settimane precedenti". Particolare non da poco se si considera che l'eventuale parentesi in zona arancione si gioca tutta sul filo dei numeri e dei tempi tecnici. 

Occhi puntati sui dati

Decisivi saranno i dati dei prossimi giorni. Nelle ultime 24 ore, sono state trovate altre 5.641 persone positive al Covid in Lombardia. I casi (1.151 in più rispetto a ieri che erano  4.490) sono emersi analizzando 63.197 tamponi (ieri 59.009); il rapporto fra tamponi effettuati e nuovi positivi è dell'8.93 %. I decessi sono 92 (ieri +79) per un totale di 29.551. Sul fronte ospedali, ci sono stati 58 nuovi accessi in terapia intensiva. Il totale dei letti di rianimazione occupati è aumentato di 5 unità rispetto a ieri, tra decessi e pazienti guariti: ora sono 786 le persone con gravi insufficienze respiratorie ricoverate nelle terapie intensive degli ospedali regionali. I posti letto occupati dai pazienti meno gravi sono aumentati di 103 unità per un totale di 6.744. Negli ospedali della Regione ci sono in tutto 7530 persone contagiate. I guariti sono 2.245, per un totale di 552.724. Per quanto riguarda le province, dei 5.641 nuovi casi, la maggior parte si concentra ancora una volta nella provincia di Milano dove si registrano 1.450 contagi (ieri 1.050). Seguono il Bresciano con 982 nuovi positivi, Monza e Brianza 548 e Varese con 541. Poi, Mantova 381, Como 351, Bergamo 341, Pavia 304; Cremona 246, Sondrio 148, Lecco 154 e Lodi 87. 

Covid, i dati delle province in Lombardia
Covid, i dati delle province in Lombardia

Cosa può cambiare 

Per il monitoraggio di domani a essere nella situazione più incerta è la Toscana, che però si dovrebbe confermare in arancione. Questo in virtù del conteggio dei nuovi casi positivi registrati nelle ultime 24 ore, che permetterebbe alla regione di restare sotto il tasso di incidenza di nuovi casi settimanali che fa scattare, in base all'ultimo dpcm, il rosso automatico. Per la conferma ufficiale sarà comunque necessario attendere la cabina di regia. Possibili però ulteriori strette a livello locale. Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha sottolineato che "oltre quelle che già conosciamo, Pistoia e Prato" rischiano la zona rossa "la provincia di Arezzo dove faremo una valutazione nelle prossime ore e tra le altre province più a rischio c'è quella di Grosseto". "Pisa la metterei da una parte - ha aggiunto Giani - in questo momento vedo l'allargamento dell'area del comprensorio del Cuoio all'Empolese Valdelsa quindi verrebbe un'area non provinciale, ma un'area che corrisponde al distretto socio-sanitario dell'Empolese Valdelsa e Valdarno inferiore. Devo dire che è preoccupante la situazione che si sta determinando nella bassa Valdera, con alti livelli a Pontedera, Ponsacco e Calcinaia quindi dovremo fare una valutazione". "Questa discussione - ha concluso Giani - la faremo anche in Versilia e poi prenderemo una decisione sulla base dei dati". Quel che è certo è che nessuna regione sarà in zona gialla. Il decreto varato dall'esecutivo Draghi (valido fino al 6 aprile) prevede per tutto il periodo indicato "l'applicazione, nei territori in zona gialla, delle misure attualmente previste per la zona arancione".