Como, 29 dicembre 2013 - Un popolo di morti di fame e di scansafatiche. È questa la considerazione che godono gli italiani nell’accezione di molti svizzeri, soprattutto nei cantoni di lingua tedesca dove storicamente i cittadini del Balpaese sono a malapena tollerati come manovalanza da pagare al minimo sindacale. Lo raccontò benissimo quarant’anni fa Franco Brusati in «Pane e cioccolata», prendendo spunto da una storia vera, quella del povero operaio italiano Stefano Zardini che il 20 marzo del 1971 venne ucciso a calci e pugni a Zurigo, per la sola colpa di essere entrato a bere un caffè in un bar. Aggredito alle 5 del mattino da un avventore, condannato solo tre anni più tardi a 18 mesi di carcere, Zardini prima venne massacrato di botte e poi buttato agonizzante come un sacco della spazzatura sul marciapiede di fronte, dove morì nell’indifferenza generale.

A quarant’anni di distanza per il primo cittadino di Berna, l’equivalente del sindaco di Roma, «gli italiani sono così bassi perché le madri dicono sempre ai loro figli: quando sarai grande così, dovrai andare a lavorare». Parola del borgomastro socialista Alexander Tschäppät, pronunciate poco prima di Natale insieme a tutta una serie di altre battute e amenità contro gli italiani, nel corso di un incontro pubblico per rendersi più simpatico facendo gli auguri di Natale. Affermazioni le sue che hanno scatenato un putiferio sulla stampa d’oltralpe, dove in tanti hanno ricordato a Tschäppät che senza gli italiani non ci sarebbero la galleria del San Gottardo, buona parte della rete autostradale e le sedi dei prestigiosi istituti di credito, autentiche cattedrali del segreto bancario che invece è una specialità elvetica.

«Direi che queste affermazioni si commentano da sole – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil di Como – siamo di fronte a pregiudizi antistorici. I lavoratori italiani sono apprezzati in tutto il mondo per la loro professionalità, tanto da essersi distinti e aver contributo al benessere degli stati dove sono immigrati». Critica Chiara Braga, deputata a Montecitorio per il Partito Democratico. «Verrebbe da dire che c’è sempre qualcuno che sta più a Nord di noi – commenta – specie a chi spesso anche da noi assume atteggiamenti intolleranti verso gli immigrati. Sono la storia e l’economia della Svizzera che contraddicono questo sindaco, gran parte del loro benessere è costruito anche sul lavoro dei nostri connazionali». Negativamente sorpreso Nicola Molteni, che a più riprese ha difeso i diritti dei frontalieri in parlamento a Roma per la Lega Nord. «Se l’attacco è rivolto ai nostri frontalieri mi indigno e dico che il sindaco di Berna dovrebbe scusarsi – conclude - mi è più difficile chiedere la stessa cosa se ci prendono in giro per il nostro sistema Paese, francamente indifendibile».