Milano, 13 maggio 2013 - Luciano Lutring, il cosiddetto 'solista del mitra' protagonista della malavita degli anni '70, e' morto la scorsa notte. La notizia e' annunciata da amici e famigliari sul suo profilo Facebook. ''Sono La Figlia Katiusha, con dolore al cuore annuncio che mio padre e venuto a mancare questa notte. Ringrazio tutti coloro che gli sono stati vicini sempre e lo hanno stimato''. Questa la frase postata che da' l'annuncio della sua morte di Lutring, a cui hanno fatto seguito molti commenti di ammirazione e condoglianze.

Lutring, 76 anni, viveva ad Arona dopo aver trascorso parte del suo rientro tra Milano e il Rhodense, ed e' morto intorno alle 3 di notte. Dopo il carcere si era riabilitato ed era divenuto scrittore e apprezzato pittore.  Lo chiamavano così, appunto  il "solista del mitra". E' un nome che dice poco quello di Luciano Lutring alle nuove generazoni, ma per chi ha vissuto gli anni 70 e 80 

Luciano Lutring, milanese, cresce sotto la guida dei genitori che volevano fare di lui un violinista, ma l'attrazione per la bella vita, e per la malavita, sbocciò presto in lui.  le cronache narrano che la sua prima arma fu una Smith & Wesson della polizia canadese – senza pallottole –  comprata da un conoscente. Da qui alla prima raopina dell'Americano, come lo chiamavano all'inizio fu un lampo.

«Un giorno mia zia mi chiese di andare a pagare una bolletta alle poste. Io andai - raccontò . Ma l’impiegato era lento e detti un pugno sul bancone. Nel movimento si vide la finta pistola che portavo sotto la cintura. L’impiegato credette che fosse una rapina e mi consegnò i soldi. Io pensai: “È così facile?”. E me ne andai col bottino».

E così, giorno dopo giorno, nella Milano degli anni 70 compare sulla scena un nuovo bandito , presto soprannminato ll Solista del Mitra per l'abitudine di nascondere il fucile mitragliatore nella custodia di un violino. I colpi si contano a centinaia fra Italia e Francia, per un bottino totale, da lui stimato, attorno ai trenta miliardi di lire dell'epoca. E' una leggenda, come lo sarà Vallanzasca, vive da latitante tra alberghi eslusivi, fuoriserie, e naturalmente belle donne. Ed è naturalmente una leggenda nel Nord, anche per l'abitudfine di parlare in milanese durante i colpi. E sembra inafferrabile

Il 1 settembre 1965 viene infine ferito ed arrestato a Parigi; sconta 12 anni di carcere (la condanna iniziale era a 22 anni) in Francia, durante i quali inizia a scrivere e dipingere; tiene persino una corrispondenza con l'allora Presidente della Camera Sandro Pertini.Pubblica “Lo Zingaro”, la sua autobiografia, dalla quale sarà liberamente tratto un film, nel quale Lutring viene interpretato da Alain Delon. Nel 1966, con la regia di Carlo Lizzani, esce un film basato sulla sua storia, dal titolo “Svegliati e uccidi”, interpretato da Robert Hoffmann, Lisa Gastoni e Gian Maria Volonté. Graziato dal Presidente della Repubblica Francese Georges Pompidou, torna in patria, dove, dopo un periodo di internamento presso il carcere di Brescia, viene nuovamente graziato nel 1977 dal Presidente italiano Giovanni Leone. Ha un figlio Mirko, che morirà in un tragico incidente il 17 gennaio 1991. Dal suo secondo matrimonio vrà due figlie gemelle, Natasha e Katiusha. 

Riposto per sempre il mitra e scontata la sua pena,  Lutring ha fatto per anni il pittore e lo scrittore. Ha esposto in numerose mostre, collettive e personali, ricevendo molti premi e riconoscimenti.