di Luca Balzarotti

Legnano, 6 maggio 2013 - Felpa, jeans e scarpe da tennis. «Sì, sono un po’ un maschiaccio». Indossare gonna e tacchi era una forzatura. Poi è arrivata la chiamata e Federica Rainoldi, 34 anni, castellana di San Domenico, ha dovuto adeguarsi. «Ho imparato a vestirmi un po’ più da donnina», scherza la reggente biancoverde.

Come ti vedi con il vestito lungo?
«Sarà pronto per il Palio. Per ora mi sono limitata a qualche tubino e ai tailleur».

Ti stai abituando?
«All’inizio ero molto impacciata. Ora va meglio».

Non ci hai pensato quando il capitano ti ha proposto di diventare castellana?
«Devo essere sincera: ho dato subito la mia disponibilità senza pensarci. È stato l’istinto. L’entusiasmo nel sentire quella domanda è stato tanto. Poi, quando sono andata a casa, ho iniziato a riflettere e a farmi un po’ di domande: sarò in grado? Come farò a vestirmi da femmina io che sono abituata a un abbigliamento da maschiaccio?».

Dopo qualche mese che risposte ti dai?
«Il bilancio è positivo. Meno male che sull’onda dell’entusiasmo ho accettato di diventare castellana: sono orgogliosa e posso contare sull’aiuto e la collaborazione di tanti contradaioli. Adulti e giovani».

Chi ti è più vicino?
«Tante persone, dalla reggenza alle donne che mi aiutano a organizzare gli eventi in maniero come le cene e le feste dei bambini. C’è un gruppo giovani fantastico: i ragazzi sono bravissimi. La gran dama ha una pazienza infinita: mi supporta e mi sopporta». In cosa soprattutto? «Soprattutto nel nuovo vestito che mi stanno preparando per il Palio. Da buon maschiaccio non mi sembra di stare bene con niente».

Hai già immaginato il tuo primo Palio da castellana?
«Meglio di no, altrimenti sentirei il cuore in gola. Voglio godermi queste settimane di avvicinamento e viverle al meglio. Se iniziassi a pensare alla sfilata e agli onori al Carroccio non riuscirei più ad andare avanti: sarò emozionata». Qualche scoglio l’hai già superato… «L’incoronazione ufficiale è stata molto coinvolgente. Ma ancora più toccante è stato quando tutti i contradaioli si sono girati verso di me per dedicarmi la prima canzone da castellana».

Come sei arrivata in maniero?
«Grazie ai miei zii che cucinavano e mi portavano in contrada quando ero piccola. E pensare che la mia famiglia era di Legnarello». Ti aspetta un derby tra qualche settimana? «Mia mamma è rimasta di Legnarello, perché la contrada non si può cambiare. Però sarà felice ed emozionata per me quando mi vedrà sfilare».

Non ti è mai venuta la tentazione di provare un’altra contrada?
«No, assolutamente. Il mio cuore è sempre stato per San Domenico. Sono cresciuta qui. Qui ho frequentato l’oratorio e la scuola. E poi il maniero».

Prima di diventare castellana di cosa ti occupavi?
«Ero nel gruppo del bar e responsabile dei gadget, ruolo che ho mantenuto ancora con l’aiuto di qualche ragazza».

Chi è Federica Rainoldi fuori dal maniero?
 «È un’impiegata contabile che lavora nell’azienda del suocero. Una ragazza estroversa, sempre allegra e molto aperta. Ma un po’ permalosa. Come dice il capitano, la mia faccia parla da sola. Si capisce subito quando c’è qualcosa che non va perché il mio viso è un libro aperto».