Milano, 18 settembre 2012 - Agguato questa mattina intorno alle 8 contro Giovanni Biffi, uno dei titolari delle officine meccaniche Biffi di Cambiago, in provincia di Milano. L'imprenditore, che si stava recando al posto di lavoro sulla sua Mercedes 320, è stato affiancato da due persone in sella a uno scooter, che gli hanno sparato contro otto colpi di pistola calibro 7.65, uno dei quali ha colpito Biffi al polpaccio. L'agguato si è verificato in via delle Industrie a Basiano, a poche centinaia di metri dal casello autostradale di Cavenago-Cambiago.

Solo un colpo ha raggiunto l’industriale, per fortuna ferito lievemente. Dopo un ricovero presso l'ospedale di Melzo, Biffi è stato dimesso. "Non me l'aspettavo", avrebbe rivelato agli investigatori. L'uomo, 75 anni, è residente a Cambiago ed è il titolare di un'azienda che lavora nel campo della plastica. L'agguato ha sorpreso sia il personale delle Officine meccaniche Biffi, che i suoi familiari. "Non aveva mai ricevuto minacce", asserisce una amica di famiglia.

I carabinieri di Vimercate stanno indagando. La vittima dell'attentato ha tenuto a precisare di non avere mai ricevuto minacce, di non essere mai stato "vittima di usurai" e di avere "ottimi rapporti con i miei dipendenti". Tuttavia gli inquirenti propendono per un avvertimento. Infatti gli otto colpi sono stati esplosi tutti contro la portiera e il finestrino dell'auto non risulta infranto.

IL TESTIMONE - Subito dopo la sparatoria, sul posto dell'agguato è accorso un furgone che procedeva sulla stessa strada della Merceds di Biffi. Il conducente ha testimoniato di avere assisito all'accaduto e di avere visto uno scooter di grossa cilindrata con due persone a bordo nascoste da un casco integrale, che si sono affiancate all'auto e hanno  fatto fuoco contro la portiera.

LE INDAGINI - Sulla vicenda la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per tentato omicidio a carico di ignoti. Le indagini sono coordinate dal pm Adrian Blasco.La ‘Officina meccanica Biffi’ (Omb), è in liquidazione da maggio e gli inquirenti hanno ascoltato alcuni collaboratori dell’uomo. La sua azienda sta vivendo un momento di crisi e avrebbe accumulato debiti per 8 milioni di euro, anche con cooperative. I militari ritengono che dietro il ferimento possa esserci uno dei dipendenti che ha perso il lavoro. L'azienda, con 51 impiegati, grazie all'arrivo di un nuovo socio si e' rigenerata in altre due ditte (non ancora attive) che dovrebbero reimpiegare una quarantina di dipendenti. Gli altri dovranno accontentarsi di prepensionamenti e mobilità. Che, secondo il genero di Biffi, Giuseppe Comi, sarebbe stata accettata volontariamente. Comi ha affermato di sperare che si sia trattato di ''un gesto isolato. Ho paura per la sicurezza della mia famiglia in questo clima di crisi e di esasperazione
degli animi''.

E' caccia allo scooter su cui, secondo le prime informazioni, viaggiavano i due attentatori a volto coperto. Gli investigatori, supportati dal comando provinciale di Milano, stanno apssando al vaglio i filmati delle telecamere installate lungo il percorso fatto dagli assalitori.

PREOCCUPATI MA CON MODERAZIONE - “Adesso è troppo presto per fare considerazioni. Il fatto è in mano agli inquirenti. Ma non si ritiene possa essere legato a fenomeni eversivi. Toccherà poi a chi sta indagando dirci in motivo dell’agguato”. Così il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, sull’attentato di questa mattina. "La violenza va fermata e condannata - ha commentato il presidente della Provincia di Milano Guido
Podestà -. Ora le indagini siano rapide. Ho fiducia negli inquirenti".