Milano, 24 febbraio 2012 - Da qualche anno fare filosofia con i bambini è una delle pratiche di tendenza nell'universo infanzia. Sul mercato, libri e laboratori creati apposta per indurre a pensare. Scettici? Dov'è è andato il nonno adesso che non lo possiamo più vedere? Dov'ero prima di nascere? Perché devo andare a scuola? Perché devo proprio vestirmi prima di uscire di casa? Dove abita Dio? Se i pargoli vi hanno posto domande simili hanno, molto banalmente, fatto della filosofia. E voi con loro, cercando di dare risposte.

Perché questo è la filosofia: interrogarsi su ciò che ci circonda e capita. Capite? Proprio i piccoli con i loro curiosi "perché" sono in realtà i primi filosofi! La curiosità è però inversamente proporzionale all'età, va scemando col passare del tempo. Per tenerla attiva occorre allenarla. E fare filosofia, porsi domande è uno dei metodi più semplici. Ma chi lo insegna? Dovere di mamma e papà, certo. E la scuola?

 Qui in Italia si fa filosofia con la sua Storia, senza pratica. Sono poche le realtà, private o statali, in cui bambini e ragazzi sono portati a dialogare tra loro su un tema, si deve guardare all'eccellenza emiliana (e a chi ad essa si ispira), testimonianza concreta che tale percorso dà un alto valore aggiunto all'educazione, favorendo gli strumenti per saper pensare in modo autonomo rapportandosi con altre prospettive e punti di vista. Così, ecco nascere una terza realtà. A Milano, il gruppo i Ludosofici, ovvero Francesco Mapelli e Ilaria Rodella, filosofi under 30, da qualche anno organizzano laboratori per i piccolissimi, dai tre anni in su, nelle librerie e nelle scuole (www.ludosofici.com ).

Identità, diversità, diritti e doveri, concetto di tempo sono alcuni dei temi affrontati partendo sempre da una pratica concreta, disegno o semplice oggetto, "Come la scatolina tattile, fatta con materiali diversi per descrivere il proprio carattere" dice Mapelli. Usano invece le storie per introdurre le tematiche Alessandro Pisci e Pasquale Buonarota. Piemontesi, attori da sempre, dal 2005 hanno ideato "Favole Filosofiche", progetto di pratica filosofico-teatrale che usa la favola (in senso lato, può essere anche un aneddoto) come spunto iniziale per i laboratori a tema. Funziona così: nel punto cruciale la favola, recitata, viene interrotta e bambini e ragazzi (per lo più classi intere) sono invitati ad agire liberamente per concluderla; poi a ruota libera se ne parla insieme e tutto ciò che viene detto al riguardo, Pisci e Buonarota lo usano per la creazione di uno spettacolo teatrale, frutto in genere di un anno e mezzo di laboratori.

 Dopo il cambiamento, le occasioni, la bellezza, la comunità, quest'anno è stato il tempo ad essere messo in scena, proprio per la prima "Settimana delle Favole filosofiche" (www.favolefilosofiche.com ), kermesse di grande successo appena conclusasi a Torino con la collaborazione della Fondazione Onlus Teatro Ragazzi e Giovani, fin dall'inizio partner del progetto. Ma a dimostrazione che tutto può essere usato per fare filosofia, Cinzia Figus, giovane filosofa e quasi giornalista, presso "Help Children & Families", centro culturale per famiglie bilingue di Milano, ha organizzato il "Piccolo cineforum filosofico": "Prima vediamo un film - dice la Figus - poi ne parliamo per una ventina di minuti". Così, con Zorba di 'La gabbianella e il gatto' si è parlato della possibilità di prendersi cura di qualcuno mettendo da parte l'egoismo e con 'Shrek' dei concetti di bellezza e bruttezza. Domani, alle 10, con 'Momo alla conquista del tempo' si discuterà, appunto, del suo scorrere inesorabile (www.helpc.it ).

di Teresa Bettarello