Sondrio, 28 settembre 2010 - In fila con gli altri fedeli per ricevere il Signore e quando è il loro turno anzichè infilarsi l’ostia consacrata in bocca se la mettono in tasca. La scena non sfugge all’arciprete, don Marco Zubiani, che tuttavia continua come niente fosse il rito. Alla fine della Messa celebrata ieri alle 18 in Collegiata si avvicina alla panca alla quale siedono i due giovani e chiede spiegazioni. La sorpresa è tanta, secondo quanto il testimone che ha assistito - degno della massima attendibilità - ci ha riferito.

 

"Di che religione siete?", ha domandato il sacerdote originario di Sondalo da soltanto un paio di settimane alla guida della parrocchia sondriese. «Siamo musulmani», rispondono i due, forse slavi, forse albanesi sui 25 anni. "Se non siete battezzati non potete partecipare alla Santa Messa", replica don Zubiani invitandoli a pentirsi del loro gesto nel vicino confessionale.

 

Ma, a quel punto, nella chiesa con ancora diversi fedeli presenti che si apprestano a guadagnare l’uscita, ma tardano a farlo in quanto incuriositi e, allo stesso tempo, indispettiti per ciò che sta accadendo sotto i loro occhi, ci sono stati alcuni interminabili minuti di tensione, non privi di voci alterate da parte dei due presunti provocatori islamici. Il parroco riesce, tuttavia, a mantenere la calma, a evitare che la situazione possa sfuggire di mano e quindi degenerare.

 

Non casca nella trappola della provocazione, l’esperto don Marco, allorquando i due giovani stranieri ribattono così alle sue parole, fra lo stupore generale dei parrocchiani e dei giovanissimi chierichetti che hanno poco prima servito Messa. "Noi in chiesa veniamo quando ci pare e piace. Ma tu chi sei per dirci cosa fare? - la sfrontata domanda al prete da parte dei due autori dell’oltraggio alla religione cattolica -. Mica sei Dio tu. Non puoi comandare".

 

Un episodio - in parte configurabile come vilipendio alla religione - sicuramente destinato a fare discutere a lungo in città e probabilmente non solo, spia di una convivenza ancora difficile fra etnie e religioni diverse anche nella provincia più a nord della Lombardia.