"Io ti pago le bollette, tu in cambio lavori" Così il Comune ridà dignità a chi è in crisi

Una mano lava l’altra. A Spino d’Adda funziona così di PIER GIORGIO RUGGERI

Un dipendente ripulisce i marciapiedi col vicesindaco Luciano Senigallia

Un dipendente ripulisce i marciapiedi col vicesindaco Luciano Senigallia

Spino d'Adda, 22 novembre 2015 - Una mano lava l’altra. A Spino d’Adda funziona così. «Da quando mi occupo di servizi sociali – riferisce il sindaco Paolo Riccaboni – ho notato che molte delle persone che chiedevano una mano sarebbero state felici di restituire il favore lavorando. Prima lo abbiamo sperimentato e adesso abbiamo deciso di ratificare questi accordi». Così da questo mese il baratto è diventato ufficiale. Può capitare che una famiglia si trovi in difficoltà e non possa neppure pagare le bollette. Se chiede una mano al Comune, lì trova un accordo. L’Amministrazione paga le bollette e il beneficiario offre in cambio ore di lavoro. «Se la persona è disoccupata è ben lieta di rendersi utile. Noi gli proponiamo di aiutarci a pulire le strade, i parchi, di dare una mano in biblioteca, di distribuire i volantini o di fare dei lavori di segreteria. Abbiamo notato che questo aiuta la persona in difficoltà a sentirsi utile, mentre spesso tende a chiudersi in se stesso e a tagliarsi fuori».

Il Comune di Spino è stato tra i primi a offrirsi al tribunale per accogliere persone da inserire nei lavori socialmente utili. «E’ un esperimento andato a buon fine – ribatte il vice sindaco Luciano Senigallia –. C’è anche un tariffario ben preciso che varia da 5 a 8 euro all’ora. In questo modo si sa quante ore è necessario lavorare per estinguere il debito. È un’operazione di grande decoro perché chi chiede aiuto poi ripaga quanto ottenuto. Dobbiamo anche tener conto che il Comune ha a disposizione solo una persona e mezza per la manutenzione, e così abbiamo messo a disposizione qualche decina di elementi in più». In Comune tengono a precisare che non si tratta dell’applicazione del baratto sociale previsto dalla nuova legge sul lavoro, ma di un patto tra persona e Comune. Chi accetta viene munito del necessario per lavorare e assicurato. «Siamo contenti di questa esperienza – conclude Sinigaglia – perché in questo modo la città è più pulita e ordinata. Inoltre, i cittadini vedono sempre qualcuno impegnato nella pulizia del paese e questo è un buon segno. Infine, chi riceve denaro per pagare le bollette sa che non è un’elemosina, ma che può restituire quanto ottenuto con il suo lavoro. Possiamo dire che l’esperimento è riuscito e lo porteremo avanti ancora per molto».