Crema, cartella pazza al consigliere: Ica batte cassa per 75 centesimi

Il consigliere Tino Arpini si scaglia contro la società di riscossione di PIER GIORGIO RUGGERI

Tino Arpini

Tino Arpini

Crema, 11 febbraio 2016 - "Perdo tempo e denaro per correre dietro a quel che di certo è un errore". È un Tino Arpini, consigliere di minoranza, ma oggi nei panni di cittadino vessato, che mostra una certa irrequietezza di fronte all’accanirsi della sorte. Che, in questa occasione, veste i panni dell’Ica, la società che incassa multe e sanzioni per conto del Comune di Crema. «Partiamo dal 2013 – informa Arpini – quando a maggio mi arriva una cartella esattoriale da 266.96 euro da pagare come differenza dovuta per un errato computo di metratura e conseguente cartella esattoriale in difetto per il calcolo della tassa sui rifiuti. È una cifra importante ma, verificato che non c’è nulla da fare, vado a effettuare il versamento di 266 euro, come chiesto dal Comune, previo arrotondamento accordato e presentato nella stessa cartella». Tutto a posto, quindi? «Proprio no. Perché la settimana scorsa mi arriva una nuova cartella esattoriale, nella quale si sostiene che l’importo pagato allora, 266 euro, era in difetto di 75 centesimi. Il debito esatto era di 266.75. Quindi, a questo punto l’Ica chiede di pagare la differenza: 75 centesimi di tassa ai quali vanno aggiunti un centesimo di interessi, 23 centesimi di sanzione, 1.90 euro per le spese di notifica per gli atti pregressi, 6 euro per la notifica dell’atto in questione, 11 centesimi di arrotondameno per un totale di nove euro». Che fa, paga? «Ma no, perché prima sono andato a verificare la cartella del 2013 per controllare che effettivamente il mio debito fosse 266 euro netti, senza i 75 centesimi. Quindi, ho trovato la ricevuta dove si certificava l’avvenuto pagamento dei 266 euro netti e infine mi sono chiesto da dove saltassero fuori questi 75 centesimi che diventano nove euro». Ha avuto le risposte? «Sì, dicono che si tratta di un arrotondamento del computer e non devo pagare nulla».

Contento? «Neppure per sogno: ho perso un’intera mattinata, abbandonando il lavoro, per rincorrere una cretinata da 75 centesimi. Sono dovuto andare due volte alla posta centrale, con l’avviso di raccomandata giacente, una volta dal commercialista per ricerche nei protocolli dell’anno 2013, infine presso il concessionario Ica, per dimostrare la correttezza e ottenere l’annullamento dell’accertamento. Chi mi ripaga delle ore di lavoro perse, delle corse in centro e dei parcheggi a pagamento? E chi controlla l’operato delle concessionarie comunali?».