Smascherati quattro truffatori on line: avevano dato un bidone da 22mila euro

Crema, il raggiro compiuto con la vendita fasulla di un Suv di Pier Giorgio Ruggeri

E' intervenuta la polizia

E' intervenuta la polizia

Cremona (Crema), 22 ottobre 2014 - A.A.A. vendesi Suv, come nuovo. Il prezzo? Davvero interessante, circa 25mila euro, magari anche trattabili. L’annuncio, su un noto sito di vendite on line viene inserito ad agosto. Strano mese, perché la gente è in vacanza e i soldi sono pochi. Tuttavia, passano pochi giorni e il pesce abbocca. Perché di pesce si tratta. All’annuncio risponde un giovane di 25 anni di Crema. Dall’altra parte si mostra l’auto, davvero in ottimo stato, come nuova e il cremasco la ferma, mettendo 2000 euro sul piatto.

Il proprietario del Suv, un 70enne nomade che di solito sta nella bergamasca, scoprirà la polizia, ringrazia a prende i soldi. Poi, passati alcuni giorni, il cremasco decide che quella è l’auto che vale la pena acquistre, tratta il prezzo, ottiene uno sconto di 3000 euro, ne versa i restanti 20mila con bonifico bancario al titolare, il quale si affretta a spedirgli via fax i documenti e la sua carta d’identità per mostrare che è tutto vero, gli dà un appuntamento e... sparisce.

Il cremasco si reca all’appuntamento per andare a ritirare l’auto, ma non trova nessuno. Spera in una nuova convocazione, che tarda ad arrivare fino a quando, siamo ormai a settembre inoltrato, l’acquirente si convince che forse qualcosa è andato storto e dell’auto dei suoi sogni non vedrà neppure l’ombra.

Come, del resto, dei soldi versati. Quindi, il giovane varca la soglia del commissariato di Crema e va a raccontare quel che è successo. Le indagini partono dalla carta d’identità del venditore, appunto questo nomade 70enne peraltro già noto alle forze dell’ordine e, un po’ a sorpresa, la polizia scopre che il documento inviato è genuito. Il secondo passo porta gli agenti nella banca bergamasca dove è arrivato il bonifico da 20mila euro del cremasco e lì, ottenuta la certezza che il nomade ha riscosso l’ingente somma, anche le telecamere di sorveglianza hanno registrato il passaggio dell’uomo, si cerca di risalire agli altri conti correnti dai quali i soldi sono transitati.

Entrano in gioco così altre tre persone, sempre nomadi e appartenenti tutte alla stessa gente, un uomo e due donne, che vengono identificati. In pochi giorni i poliziotti rimettono insieme il puzzle, convocano i quattro in commissariato, dove li mettono davanti a quanto scoperto con le loro indagini e li denunciano per truffa aggravata. Ma purtroppo dei 22mila euro del cremasco e relativa auto, nessuna traccia. L’unica consolazione è che forse per un po’ i quattro rifilatori di bidoni on line faranno fatica a ripetere le loro imprese nella zona odve sono stati smascherati. Ma si sa, il web non ha confini, quindi è facile che rispuntino a pescare creduloni in altre sone d’Italia.