Arbitro e giocatore messaggiano su WhatsApp: indagine e squalifica

È accaduto nel Cremasco, in Seconda categoria: la giustizia sportiva si fa tecnologica di GIOVANNI RICCI

Un arbitro (Ap/Lapresse)

Un arbitro (Ap/Lapresse)

Crema, 27 gennaio 2016 - Una vicenda che non trova precedenti, ma anzi è destinata a diventare un piccolo caso regionale, ma di richiamo nazionale. Nel calcio dilettante della Bassa accade anche che un arbitro e un giocatore possano essere sospesi per scambi di messaggi su whatsApp. Singolare condanna della giustizia sportiva legata proprio alla nuova tecnologia. Un arbitro cremasco è fermato per due mesi per aver mandato messaggi su whatsApp, prima di una partita dell’aprile dello scorso anno, a un amico e giocatore di una delle due squadre in campo nella gara in cui il fischietto era stato designato, incontro valido per il campionato di Seconda categoria. Al deferimento federale avviato nel novembre scorso ha fatto seguito questa settimana la sentenza della Corte Sportiva di Appello Territoriale, che ha condannato Matteo Carissimi della sezione Aia di Crema, il direttore di gara, all’inibizione dell’attività per due mesi.

Con lui il giocatore Federico Cavalletti dell’Aurora fermato per tre partite. Il Tribunale Federale nella sua arringa aveva chiesto 6 mesi per il fischietto e 12 turni di castigo per il calciatore. La sfida in questione era fra Pieranica e Aurora Ombriano dell’aprile 2015 valida per il calcio dilettante cremasco: terminò 1-1 e valse la salvezza dell’Aurora. Sono passati dei mesi, ma si legge nella senteza di questi giorni: "Risulta provato il comportamento contestato ai deferiti, che hanno ammesso di aver utilizzato la messaggistica mobile in questione". L’incontro di calcio Peranica-Aurora ha avuto un lungo strascico proprio perché era emerso che i due tesserati hanno davvero chattato prima dell’incontro contestato e finito sotto la lente della giustizia sportiva.