Calcioscommesse, depositate perizie su 200 pc e smartphone a caccia di parole chiave

Incidente probatorio a Cremona nella inchiesta sul Calcioscommesse, davanti al giudice Guido Salvini. È stata depositata buona parte delle perizie informatiche su 200 computer, smartphone G.Mor.

Il gip Guido Salvini al tribunale di Cremona

Il gip Guido Salvini al tribunale di Cremona

Cremona, 4 ottobre 2014 - Incidente probatorio a Cremona nella inchiesta sul calcioscommesse, davanti al giudice Guido Salvini. È stata depositata buona parte delle perizie informatiche su 200 computer, smartphone e tablet sequestrati a 111 indagati. Nei supporti informatici di 27 indagati (in particolare, a quanto sembra, quelli di Bruni, ex commercialista di Beppe Signori, e del broker pescarese Erodiani) sono stati trovati riscontri positivi riferiti alle parole chiave che erano state indicate a suo tempo. Ci sarà bisogno di ulteriori verifiche dal momento che molte conversazioni avvengono con personaggi che non erano all’attenzione degli inquirenti o nei confronti dei quali non era stata disposta una perizia.

Non è l’unico elemento emerso nella lunga giornata di ieri. Non è stato possibile, a causa della mancanza del numero Pin, effettuare accertamenti sui telefoni di Stefano Mauri, ex capitano della Lazio, Ivan Tisci, ex centrocampista del Pescara e del Lanciano e Mauro Bressan, ex Fiorentina. Mauri non ha fornito il Pin del suo apparecchio che, almeno per ora, non ha potuto essere esplorato. Quanto alla copia forense relativa alle analisi sul pc di Antonio Conte, allenatore della Nazionale, è risultata illeggibile. Sotto la lente ci sarebbe anche il Sassuolo.

Le scoperte non finiscono qui. Sono stati rintracciati scambi di sms fra alcuni indagati su partite recenti e altre che risalivano, invece, addirittura alla stagione 2007-2008. In alcune chat sono chiari i riferimenti ai passaggi di grosse somme di denaro. Un particolare curioso: le conversazioni di uno degli indagati, Luca Burini, avvenivano in una lingua che è risultata sconosciuta anche al traduttore di Google.

Il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, aveva dichiarato a suo tempo che i dispositivi «potrebbero contenere elementi di grande rilievo per le indagini, in particolare documentanti rapporti tra gli indagati diretti a concludere accordi per la manipolazione dele partite di calcio o finalizzati a movimentare le somme destinate alla corruzione o costituenti il risultato delle vincite delle scommesse». Nuova udienza il 29 ottobre, quando terminerà la discussione sul lavoro dei tecnici Cesare Marini, Fulvio Guatta, Daniele Apostoli e Andrea Giuseppe Valeri.