25 aprile, il sindaco Galimberti: "No al fascismo, le istituzioni chiedono perdono"

"Abbiamo nella nostra storia il peso di questa responsabilità. A nome delle istituzioni che rappresento voglio chiedere perdono per quei fatti di odio e di violenza che il fascismo ha disseminato nel nostro paese e nell’Europa", ha detto Gianluca Galimberti di Daniele Rescaglio

Il sindaco Galimberti al XXV aprile di Cremona

Il sindaco Galimberti al XXV aprile di Cremona

Cremona, 25 aprile 2015 - Contestazioni degli autonomi del centro sociale Dordoni al corteo del XXV Aprile. Nel mirino degli autonomi, che già avevano annunciato una contro manifestazione, il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e la Procura della Repubblica. Fin da ieri erano partiti gli appelli alla manifestazione pacifica e questa mattina la tensione sembrava molto alta, ma alla fine non si sono verificati incidenti, a parte le contestazioni e l’accensione di fumogeni in via Solferino al passaggio del corteo.

Gli antagonisti, tra le forze dell’ordine, hanno mostrato uno striscione dedicato alle tragedie nel mare Mediterraneo, posizionandosi in coda al corteo e seguendo pressappoco lo stesso percorso. Dal palco delle autorità, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha parlato per ultimo: «Abbiamo un dono che ci è stato consegnato dal 25 aprile – ha sottolineato nel suo discorso- si chiama democrazia. Il fascismo non fu democrazia, fu odio e violenza. So che la parola antifascismo viene pronunciata a fatica da alcuni, ma io vorrei raccontare ciò che è successo in settimana. Ho partecipato al Viaggio della Memoria che quest’anno ha portato sette pullman di giovani della provincia di Cremona a Gonars, in provincia di Udine. Il fascismo fu questo: in una notte la città di Lubjana è stata circondata da filo spinato e 18 mila persone sono state prese e portate in un campo di concentramento. Fu questo il fascismo. Noi abbiamo nella nostra storia il peso di questa responsabilità. Oggi voglio fare questo: a nome delle istituzioni che rappresento voglio chiedere perdono per quei fatti di odio e di violenza che il fascismo ha disseminato nel nostro paese e nell’Europa».