Arrivano nuovi migranti e sale la tensione: Chieve scende in piazza

Oltre 400 le persone all’assemblea spontanea. Il sindaco Bettinelli: «La nostra sensazione è che dopo di questi altri chiederanno ospitalità» di Daniele Rescaglio

L’assemblea con circa 400 cittadini di Chieve

L’assemblea con circa 400 cittadini di Chieve

Chieve, 28 luglio 2015 - In piazza ieri sera c’era tutto Chieve, circa 400 persone. In molti che hanno deciso di prendere parte all’assemblea spontanea, rimbalzata sui social e per far sentire la propria voce sulla questione accoglienza immigrati. La struttura, una vecchia cascina trasformata in condominio con una ventina di appartamenti, di cui solo tre venduti, grazie ad una convenzione stipulata tra un privato, proprietario dell’immobile, e la Prefettura di Cremona.

Una convenzione scoperta solo per caso giovedì scorso dal sindaco di Chieve Davide Bettinelli. Domenica sera sono intervenuti i carabinieri e la polizia: l’arrivo degli ultimi migranti, che ha portato il numero degli ospiti a 36, ha creato non pochi problemi di tensione. Quelli già ospitati gridavano ai nuovi arrivati di non scendere dai mezzi, che mancava cibo e gli ambienti non erano molto belli. «Ci sono dei problemi di assistenza da parte di chi ha firmato il contratto, in grossa difficoltà a gestire gli arrivi di ieri (ndr domenica), persone stanche che non avevano da mangiare. Questo in estrema sintesi quello che è successo. La proprietaria dell’immobile ha detto che non ne sapeva nulla dell’arrivo di ieri. Poi sono arrivati carabinieri e polizia e hanno sollecitato la signora a dare da mangiare. Alcuni lamentavano di avere la febbre e li hanno portati in ospedale» racconta il sindaco Bettinelli, molto preoccupato per come possa evolvere la situazione.

«Il sentore è che ne arrivino ancora». Infatti la struttura può ospitare anche un centinaio di persone, trattandosi di una ventina di appartamenti, e in provincia di Cremona per il momento è l’unica esistente: infatti a parte i comuni più grandi della provincia, che hanno garantito un minimo di ospitalità, la stragrande maggioranza non ha ospitato nessuno. «La convenzione che è stata firmata dalla proprietaria dell’immobile la impegna a fornire non solo l’alloggio ma anche i pasti e i vestiti» spiega il sindaco, lasciando intendere che si tratta di un compito più facile a farsi che a dirsi. La manifestazione di ieri sera, nell’intento di chi l’ha promossa, non voleva essere né razzista né discriminatoria, ma presentare le ragioni di una situazione difficile che per molti non è accoglienza ma semplice business. Alla serata hanno preso parte diversi esponenti della Lega locale, ma anche di Casa Pound, con uno striscione in cui si reclamavano più spazi per gli italiani e meno per gli stranieri, e dei centri sociali. Presente, ovviamente, un massiccio spiegamento delle forze di polizia. Nelle ore precedenti l’iniziativa più volte il sindaco Bettinelli ha fatto appelli alla calma e al buon senso ed ha lodato la partecipazione dei cittadini intervenuti per far sentire la propria voce rispetto a una scelta calata dall’alto. Intanto per mercoledì è stato promosso un consiglio comunale aperto alla fine del quale l’amministrazione stilerà un documento che verrà inviato al prefetto di Cremona.