Prete e scalatore, coinvolge i fedeli

Don Natale, 57 anni di Crema, dice messa tra vette e precipizi

don Natale Grassi Scalvini

don Natale Grassi Scalvini

Crema, 19 aprile 2015 - Non ditegli che ama la montagna perché lassù si sente più vicino al suo datore di lavoro: potrebbe arrabbiarsi. Invece, don Natale Grassi Scalvini (nella foto), 57 anni da compiere, responsabile della parrocchia di San Bernardino, da sempre ama la montagna e da vent’anni propone ai suoi parrocchiani escursioni più o meno impegnative, più o meno lunghe, con un ottimo riscontro. «In media saremo sempre una ventina di escursionisti su 40 persone interessate. Partiamo ad aprile poi nell’estate andiamo a fare anche ferrate e arrampicate».

Come le è nata questa passione per la montagna? «A dieci anni mi hanno portato sul Piz Boè. Poi, quando sono entrato in seminario, la diocesi di Crema aveva una casa a Moena dove si andava tutte le estati e tra Dolomiti, Marmolada e le altre montagne è davvero un bel vedere».

Ma i parrocchiani? «L’idea mi è venuta vent’anni fa. Dapprima organizzavo i campi scuola in montagna, poi ho cominciato con qualche gita tra amici, quindi ho messo in programma viaggi di due giorni e una notte in posti dove avrei potuto celebrare messa. Infine, è nata l’idea di mettere insieme tutte le date e gestire un’intera stagione con una quindicina di appuntamenti».

C’è sempre qualcuno che viene? «Una volta sola mi sono trovato da solo. Colpa delle previsioni del tempo italiane che davano bufera. Io seguo quelle svizzere che, invece, prevedevano bel tempo. E avevano ragione».

Mai trovato in difficoltà? «Una volta sono caduto per 4 o 5 metri, ma ero legato e mi hanno recuperato. Ero ai Piani di Bobbio».

Altri spaventi? «Per ben due volte nella discesa del Bernina. Siamo finiti in un banco di nebbia molto fitto. Sulla neve non c’erano tracce, segno che nessuno era passato. Siamo andati alla cieca per una buona mezz’ora. Poi, quando stavamo per decidere di chiamare i soccorsi, ecco la schiarita».

Merito dello Spirito Santo? «Be’, diciamo che aiuta (sorride)».