Paullese, 15 milioni per il ponte. E ok anche alla variante di Spino

Intanto la Provincia promette: lavori finiti fra 7 giorni di Daniele Rescaglio

L’attuale ponte di Spino d’Adda

L’attuale ponte di Spino d’Adda

Spino d'Adda, 30 luglio 2015 - I soldi per il nuovo ponte sull’Adda e per la variante di Spino ci sono. Parola dell’assessore regionale Massimo Garavaglia, che ieri nel corso della discussione sull’assestamento di bilancio 2015 ha rassicurato i due consiglieri cremonesi, Agostino Alloni (Pd) e Carlo Malvezzi (Ncd). Si parla di 15 milioni di euro, per chiudere una partita che dura ormai da decenni: era stato proprio Alloni due giorni fa ad annunciare un emendamento perché nel documento di previsione non era inserito nemmeno un euro per la Paullese. Un emendamento che faceva eco ad un ordine del giorno presentato da Carlo Malvezzi alcuni mesi fa e approvato dal consiglio. Poi l’annuncio di Garavaglia in mattinata e il ritiro dell’emendamento da parte di Alloni. «Pur nei ruoli distinti, sui temi importanti i consiglieri del territorio trovano un accordo per il bene della comunità – dichiara Alloni – soprattutto in questo caso in cui si attende da troppi anni un’infrastruttura strategica per tutta la provincia di Cremona, a partire dai pendolari e dal sistema imprenditoriale ed economico locale, che ha bisogno di essere completata nel breve tempo. Ci aspettiamo che i lavori vengano cantierati entro la fine dell’anno».

Il consigliere Malvezzi chiarisce che «il reperimento dei fondi per il nuovo ponte era già stato richiesto in un ordine del giorno da me presentato lo scorso dicembre, nel quale il Consiglio chiedeva alla giunta di finalizzare le eventuali economie derivanti da opere già finanziate a valere sul fondo infrastrutture proprio per il nuovo ponte». Intanto la Provincia di Cremona, dopo due giorni di polemiche per le lunghe code al semaforo del ponte di Spino, causate dai lavori in corso, ha garantito che il 4 agosto si tornerà alla normalità. Entro questa probabilmente i lavori saranno terminati, anche se la stessa Provincia preferisce andare con i piedi di piombo: «I tempi di intervento restano di difficile individuazione poichè solo a demolizioni eseguite sul giunto potrà essere valutato anche lo stato di danno dell’impalcato e quindi l’intervento più opportuno per il suo ripristino» si legge in un comunicato.