Arrestato "Paraga", fece uccidere tre volontari italiani in ex-Jugoslavia

Hanefija Piric, 53enne bosniaco è stato raggiunto a Dortmund in aeroporto. Era a capo di un battaglione governativo quando nel 1993 diede l'ordine di uccidere un volontario cremonese e due bresciani. Il sopravvissuto: "Gli chiederei di non ridere e di dirmi perché lo ha fatto"

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Cremona, 28 ottobre 2015 - E' stato arrestato, dopo una latitanza ventennale, «Paraga», il comandante di una banda del terrore durante il conflitto nella ex Iugoslavia, ritenuto responsabile dell'omicidio di tre volontari italiani: il cremonese Fabio Moreni e i bresciani Guido Puletti e Sergio Lana. Paraga, il cui vero nome è Hanefija Piric, 53enne bosniaco, è stato arrestato questa mattina all’aeroporto di Dortmund, in Germania: era ricercato dalle autorità italiane per «tentato omicidio, omicidio preterintenzionale e rapina a mano armata».

I fatti risalgono al 1993, durante la guerra in Bosnia. Piric a quel tempo comandava un battaglione dell’esercito governativo. Sul monte Radovan, assieme ai suoi uomini saccheggiò il convoglio sul quale viaggiavano i tre italiani e diede l’ordine di assassinarli. Altri due volontari sono sopravvissuti a quella strage, Christian Penocchio e Agostino Zanotti, che testimoniarono nel processo svoltosi in Bosnia nel 2001 a carico Piric che fu condannato a 15 anni di carcere. La procura di Dortmund potrebbe considerare l'ipotesi di estradare ‘Paraga’ in l’Italia.

«Pensavo stesse scontando la pena di 15 anni, poi ridotta a 13. Scoprire comunque che è stato arrestato è una notizia molto gratificante». Sono le parole di Agostino Zanotti, uno dei due sopravvissuti al massacro. Zanotti e Penocchio si salvarono scappando nei boschi. «I ricordi sono ancora molto vivi e dolorosi» ha detto Zanotti: «Penso spesso a Guido, Fabio e Sergio e ai loro corpi martoriati dalle raffiche dei fucili. Io capii di essermi messo in salvo solo la mattina dopo quando un comandante dei caschi blu di Gornj Vakuf era venuto ad incontrarmi». I due sopravvissuti testimoniarono nel processo a carico di Henefija Prijic, celebrato nel 2001 in Bosnia e potrebbero ripetersi qualora venisse estradato in Italia per un nuovo processo. «Vorrei chiedergli perché ha sparato, perché ha voluto uccidere dopo che già ci avevano rubato tutto e non potevamo comunque andare avanti nella nostra missione» spiega  Zanotti. «Gli chiederei anche se lo ha deciso lui o se qualcuno gli ha ordinato di farlo. E poi gli chiederei di non ridere, come invece ha fatto nel corso del processo a Travnik in Bosnia. È la cosa che più mi ha fatto male»

 
(ha collaborato DANIELE RESCAGLIO)