Pandino, nasce dalle acque del Torno il caviale più buono del mondo

Pandino, la Adamas lo esporta specialmente nell’Est Europa di Daniele Rescaglio

Matteo Giovannini mostra uno degli storioni

Matteo Giovannini mostra uno degli storioni

Pandino, 13 agosto 2015 - Il caviale più buono del mondo nasce nelle acque pure del fiume Torno, a Pandino. Ieri pomeriggio ad Expo è stata presentata allo stand della Coldiretti questa produzione di assoluta eccezione, basti pensare che in Italia gli allevamenti di storione che producono caviale si contano sulle dita di una mano. «L’azienda l’ha fondata mio papà, Alfredo, alla fine degli anni ‘80. Già mio nonno produceva pesce, questa è terza generazione. A Pandino ci sono risorgive e le acque sono molto buone ottimo allevamento di trota. Poi con il tempo a causa del mercato ci si è spostati sullo storione, dieci anni fa l’allevamento è stato convertito allo storione per la produzione della carne, dopo dieci anni circa abbiamo avuto gli storioni maturi per la produzione del caviale. Un prodotto che piace in tutto il mondo» racconta Matteo Giovannini che insieme all’amico e socio Sergio Nannini è titolare della Adamas di Pandino.

Centomila esemplari di storione Hacipenser Berii di origine siberiana, da cui si ricava un ottimo caviale che è stato presentato a Expo, nuotano nelle acque all’interno del parco naturale del fiume Torno. Da notare l’aspetto ecologico dell’allevamento dove si utilizzano mangimi ogm free e non si utilizzano antibiotici e disinfettanti, oltre all’utilizzo del cento per cento di energia solare. «La nostra è un’azienda piccola, familiare, dove si lavora tutti quanti a contatto con la natura – spiega Matteo Giovannini – c’è una forte passione che ci lega a questa attività, passione verso la natura, la terra e l’acqua. Nella zona in cui viviamo ci sono tutta una serie di risorgive bellissime e grazie a queste riusciamo a fare un caviale giudicato uno dei migliori del mondo». L’80% della produzione della Adamas finisce all’estero, soprattutto nell’est Europa, dove addirittura viene scambiato per prodotto locale vista l’alta qualità. «È curioso pensare che i russi, quando sono in Russia, mangiano caviale italiano pensando che sia prodotto da loro. Poi quando vengono in Italia non lo mangiano, perchè dicono che non è russo» afferma Giovannini.