Ospedale di Crema, presidio contro gli accorpamenti: "Il Maggiore non si tocca"

I sindaci, i politici e i medici dell'ospedale Maggiore hanno manifestato ieri per mantenere più autonomia in corsia contro gli accorpamenti di Pier Giorgio Ruggeri

Il presidio all'esterno dell'ospedale di Crema

Il presidio all'esterno dell'ospedale di Crema

Crema, 3 luglio 2015 - Stavolta erano in tanti. Sindaci, politici e dipendenti dell’ospedale Maggiore di Crema si sono trovati in presidio per mantenere più autonomia in corsia, contro gli accorpamenti. C’erano quasi tutti i sindaci del Cremasco, oltre ai politici della Regione, Malvezzi (Ncd), Lena (Lega nord) e Alloni (Pd). C’erano pure i parlamentari cremaschi Fontana (Pd) e Bordo (Sel). Unici assenti i pentastellati che in un comunicato hanno espresso la loro contrarietà a tutto questo, che non è altro un modo nuovo per spartirsi vecchie poltrone.

Ma al di là dei tanti politici c’erano soprattutto i medici. Giorgio de Petri ha fatto presente tutte le perplessità per il futuro di Crema: «La centralizzazione dei servizi è uno schema ormai superato e il nostro ospedale non può accettare di essere amputato. Questa non è una difesa campanilistica, ma dei meriti che abbiamo acquisito con il nostro lavoro». Sullo stesso binario anche Stefano Aiolfi: «L’autonomia del nostro ospedale è irrinunciabile e non va bene neppure pensare di unirsi a Lodi, perché i problemi sarebbero gli stessi che con Cremona, diminuiti solo dalla distanza chilometrica». Anche il sindaco Stefania Bonaldi ha sottolineato il successo dell’iniziativa. «Abbiamo chiesto a Maroni e Rizzi di inserire Crema nel calendario degli incontri territoriali, in modo che vengano qui a parlarci del programma».