Offanengo, tragedia familiare: «I debiti mi strozzano». Il motivo della strage scritto in un biglietto

La spiegazione in un biglietto che Francesco Pea, 52 anni, ha lasciato in bella evidenza sul divano di casa, prima di sparare e spararsi di Pier Giorgio Ruggeri

Marito uccide il figlio, manda in fin di vita la moglie e poi si suicida

Marito uccide il figlio, manda in fin di vita la moglie e poi si suicida

Offanengo, 14 giugno 2015 - La spiegazione in un biglietto che Francesco Pea, 52 anni, ha lasciato in bella evidenza sul divano di casa, prima di sparare e spararsi. In quelle righe l’uomo affermava che non ne poteva più, che era assediato dalle banche, ma non solo, che i debiti lo strozzavano, che la vita era diventata per lui un inferno. Per questo aveva deciso di farla finita e di portarsi via con sé tutta la sua famiglia. Una lucida follia, quella di Francesco Pea, che aveva pianificato la strage. Così, venerdì, invece di uscire di casa intorno alle 8.15 come sempre, l’uomo ha preso in mano la sua pistola e ha sparato. Prima alla moglie, Fabiola Provana, 49 anni, che con due colpi in corpo ha cercato la fuga scendendo dalle scale ma è stata raggiunta e colpita nuovamente; poi al figlio Michael, 21 anni, il quale, sentiti gli spari si è alzato dal letto per andare a vedere cosa stesse succedendo e si è scontrato con tre colpi di pistola; infine a se stesso, due colpi dei quali il primo forse fuori bersaglio e il secondo, letale, in testa.

Mentre la moglie riusciva a sopravvivere perché quando è stata raggiunta dal terzo colpo di pistola è caduta battendo la testa sulle scale e svenendo, facendo così credere all’uomo che fosse morta, il figlio Michael è stato trovato rantolante dai soccorritori e il medico che si è preso cura di lui però non è riuscito a strapparlo alla morte. La donna è stata sottoposta a un’operazione già venerdì. Le hanno asportato un rene e poi, nel pomeriggio di ieri, è stata trasportata a Cremona, dove verrà di nuovo operata, stavolta alla testa, per il trauma cranico riportato. Come ha confermato sul luogo del delitto il comandante dei carabinieri di Cremona, colonnello Cesare Lenti, la strage è stata causata da una serie di cause.

Dapprima la questione economica. L’uomo era prima un rappresentante di caffè, poi aveva aperto un bar, infine aveva capito che con i videopoker poteva fare fortuna. E così era stato. E di soldi ne erano entrati molti. Solo che a un certo punto qualcosa si è rotto. Qualcuno suggerisce di andare a vedere chi lo manovrava e gli aveva prosciugato i soldi guadagnati. Lì sta la radice del delitto. L’uomo era così nei guai che aveva capito che avrebbe dovuto vendere la villa che aveva chiamato col nome della moglie. E l’idea di perdere anche la donna con la villa ha reso insopportabile vivere. Lunedì si eseguiranno le autopsie.