Crema, i litigi tra islamici mettono a rischio il progetto moschea

E se la moschea non si facesse più? L’idea circola sempre più insistentemente tra i consiglieri di maggioranza, parecchio irritati dalle divisioni interne tra gli stessi islamici P.G.R.

Una moschea (NEWPRESSE)

Una moschea (NEWPRESSE)

Crema, 10 luglio 2015 - E se la moschea non si facesse più? L’idea circola sempre più insistentemente tra i consiglieri di maggioranza, parecchio irritati dalle divisioni interne tra gli stessi islamici, che non riescono a trovare un accordo. Una fonte che chiede l’anonimato descrive il disagio che è sempre più evidente nella maggioranza: «Abbiamo lavorato tre anni per poter dare un luogo di culto agli islamici e adesso che cosa succede? Che loro si fanno la guerra». E, si fa sapere, se non fosse che si vuole evitare di far dire alla gente che l’amministrazione ha buttato via tre anni di lavoro per nulla, il progetto moschea verrebbe subito cancellato. All’inizio c’era un gruppo solo con il quale ci si confrontava, quello di Dhaouadi Bouzaiane, la cui moglie in campagna elettorale si era schierata a favore del sindaco Stefania Bonaldi.

Ma quando si è cominciato a trattare è spuntato anche il gruppo Assalam, coordinato da Adnani Kadouri il quale da qualche tempo afferma di non volere in regalo la terra del Comune, ma di volerla comprare per costruirvi la moschea, nonostante la terra non venga messa in vendita ma in affitto. I due gruppi non si parlano. Inoltre, negli ultimi tempi si è fatto largo anche Salah Alorabi, un imam che ha cercato di mettere insieme le due fazioni, senza alcun risultato. Un altro gruppo è rappresentato dai Giovani musulmani, che hanno organizzato un convegno sull’interreligiosità. E non mancano altre diatribe, più di una persona ha il sentore che nella eventuale moschea di Crema non saranno ammesse le donne, un atto che verrebbe giudicato grave, così da ingrossare le fila di chi vuole fermare il progetto.