La moschea fa ancora discutere: Comune in guerra a colpi di diffide

Il consigliere Agazzi minaccia di tornare dalla magistratura di Pier Giorgio Ruggeri

Islamici in preghiera

Islamici in preghiera

Crema, 3 settembre 2015 - Antonio Agazzi, consigliere comunale d’opposizione della lista Servire il cittadino ha dato «i sette giorni» al sindaco Stefania Bonaldi e al segretario comunale, Marica de Girolamo. È questo infatti il tempo che il consigliere è disposto ad attendere perché la sua richiesta di essere messo a parte delle deduzione del Comune nella seduta consiliare del 23 luglio venga ottemperata. Un pasticcio brutto e complesso che si sta aggrovigliando ogni giorno di più, e che ha visto già il ricorso alla prefettura di Cremona da parte del consigliere di minoranza.

Torniamo un po’ indietro, all’origine della diatriba. Siamo alla sera del 23 luglio scorso, quando viene convocato un consiglio comunale nel quale, tra l’altro, si deve dare il via alla variante del Pgt che aprirà la strada alla costruzione della moschea, tema delicatissimo ed estremamente controverso in città. Agazzi deve presiedere il consiglio comunale, in qualità di vicepresidente, in quanto il titolare, Vincenzo Cappelli, è in ferie. Quando scatta l’ora X, Agazzi si presenta dimissionario: non vuole essere lui ad aprire la strada alla costruzione della moschea. Con questa mossa il consigliere ritiene che il consiglio comunale debba essere rinviato, invece la segretaria, dopo un’ora di sospensione, fa presiedere la seduta al consigliere più anziano, Emilio Guerini. Il consiglio si tiene e la variante viene approvata, ma Agazzi monta su tutte le furie e presenta un esposto descrivendo quanto accaduto al prefetto, precisando la sua intenzione di ricorrere al Tar per vedere invalidato il consiglio e le decisioni prese in quel frangente.

Antonio Agazzi, consigliere comunale d’opposizione

Intanto, anche sindaco e segretario ricorrono alla prefettura, presentando le loro controdeduzioni. Nell’attesa che il prefetto decida chi ha ragione, Agazzi chiede al Comune di poter visionare le controdeduzioni inviate all’alto funzionario, in quanto senza questa documentazione gli è impossibile presentare ricorso al Tar, ma la segretaria non gli consegna l’incartamento e il sindaco spiega che le controdeduzioni richieste sono dal prefetto e, di conseguenza, eventualmente toccherebbe alla prefettura consegnarle al consigliere. In ogni caso, non appena quanto inviato in prefettura tornerà nelle mani del Comune, sarà cura del sindaco consegnare quanto richiesto al consigliere. Agazzi si sente preso in giro e ieri ha depositato una diffida nella quale intima al Comune di consegnare le controdeduzioni entro sette giorni. In caso contrario, si passa alla magistratura.