L'assurda fine di Alessandro, giovane ciclista morto in un incidente: lo strazio della famiglia

Ecco la ricostruzione dell'incidente che ha tolto la vita ad Alessandro Maggi di Pier Giorgio Ruggeri e Giovanni Ricci

Il luogo del drammatico incidente di Trigolo

Il luogo del drammatico incidente di Trigolo

di Pier Giorgio Ruggeri e Giovanni Ricci

Trigolo (Cremona), 25 luglio 2014 - Una serie di incredibili coincidenze ha tolto la vita ad Alessandro Maggi, un ragazzino di 14 anni con la passione per il ciclismo, travolto e ucciso ieri poco prima delle 11 mentre con alcuni compagni si stava allenando lungo le strade del Cremasco. Il giovanissimo ciclista, che da anni gareggia per i colori dell’Imbalplast di Soncino, è caduto ed è finito sotto le ruote di un furgone che veniva dalla parte opposta alla sua, morendo sul colpo. Incredibili le circostanze che hanno portato alla tragedia. Poco prima delle 11, quattro corridori di 14 anni si stavano allenando.

Davanti a loro, alla guida di un pulmino, A. T., 72 anni, il loro allenatore di Soncino. Il gruppo ha passato l’abitato di Trigolo e si stava portando alla strada di collegamento tra Romanengo e Castelleone. I ragazzi erano in via Canevari, un lungo rettilineo, in prossimità della casa di riposo del paese. A quell'altezza, il mezzo condotto dall’allenatore ha superato una bicicletta condotta da una donna. Forse la manovra non è stata vista dal primo corridore, quello più spostato verso il ciglio della strada, che ha visto la bicicletta solo all’ultimo momento, scartando sulla sinistra per evitare di travolgerla. Purtroppo, con questa manovra il ragazzino ha toccato un suo compagno, scatenando l’effetto domino che ha mandato a terra tutti i corridori. Malauguratamente anche l’atleta più esterno fila, appunto Alessandro, che è caduto finendo al di là della mezzeria. E, per colmo di sfortuna, è finito sull’asfalto mentre transitava un furgone di Antonio V., 21enne di Sospiro che stava tornando a casa. Il giovane alla guida ha fatto di tutto pur di evitare l’investimento, senza riuscirci. A niente è valso il tentativo di sterzare gettarsi fuori strada col suo mezzo, andando a travolgere un segnale stradale e fermandosi contro un palo della luce. Purtroppo Alessandro è morto sul colpo. Un amico di famiglia ha avvertito il padre del ragazzo del tragico incidente, senza raccontargli però che il figlio era deceduto. Infatti il papà, autotrasportatore, in quel momento era lontano da casa. Anche le due sorelle di Alessandro sono state informate, ma senza rivelare la morte del fratello. Peraltro una delle due è la sua gemella e anche lei corre in bici. Strazianti le scene seguite al triste annuncio, col parroco di Castelleone che ha tentato di consolare i parenti. Peraltro la famiglia Maggi ha da poco perso la mamma, dopo lunga malattia. Gli agenti hanno sequestrato le riprese di una telecamera privata puntata sul luogo dell’incidente per stabilire le esatte cause della tragedia. Il segretario del team ciclistico, Francesco Sordi, ricorda: «Alessandro era un ragazzo pacioccone, socievole, amava stare in gruppo. Adorava il ciclismo. Da noi ha cominciato a 9 anni a correre con la gemella Vittoria che corre da esordiente con la società Vicar. Il padre Vittorio, pure lui, ha la bici nel dna e organizza gare».