Spinge per terra una negoziante per rubare una maglietta: arrestato

Crema, 28enne nigeriano condannato a 16 mesi. Pena sospesa

L’auto dei carabinieri davanti al negozio

L’auto dei carabinieri davanti al negozio

Crema (Cremona), 20 luglio 2016 - «Vorrei questa maglietta, ma te la pagherò più avanti». È cominciata così una storia che è finita con un arresto e una condanna. Erano e 16.30 di lunedì pomeriggio in piazza Istria e Dalmazia, dietro piazza del Duomo, quando nel negozio di abbigliamento etnico condotto da una nigeriana di 40 anni ha fatto capolino S. S., 28 anni, anche lui nigeriano, da tempo ospite della Caritas diocesana, senza un lavoro e persona conosciuta dalla commerciante. «No, la maglietta non te la do, perché hai da pagare altra merce». La risposta non è piaciuta e il giovane si è scatenato. Dapprima ha afferrato la maglietta e ha cercato di andarsene ma, visto che la titolare gli ha sbarrato la strada, ha preso a spintonarla e a malmenarla, fino a farla cadere. Solo allora lo straniero, con la sua maglietta, è uscito dal negozio, ha inforcato la sua bicicletta e se ne è andato. La donna ha chiamato subito i carabinieri e poi si è recata al pronto soccorso per farsi medicare le ferite, che guariranno in una settimana.

Mentre i carabinieri cercavano l’autore della rapina, lui si è portato nei pressi della caserma dove, a bordo della bicicletta, ha atteso che arrivasse la proprietaria del negozio. Era sua intenzione chiederle di recedere dallo sporgere denuncia. Tuttavia, quando la donna è uscita dal pronto soccorso e si è incamminata verso la caserma lo straniero l’ha vista e l’ha affrontata. Ma la scena è stata notata dai carabinieri della caserma, che sono usciti e hanno fermato il ragazzo, scortandolo all’interno. Qui il giovane è stato identificato e arrestato per rapina impropria e lesioni personali. Aveva con sé anche la maglietta rubata, che è stata restituita. Dopo la notte passata in guardina. S.S. è stato trasferito a Cremona, dove ieri alle 14 è finito davanti al giudice. L’avvocato d’ufficio ha chiesto di poter patteggiare la pena e il magistrato ha condannato il nigeriano a 16 mesi di prigione e 600 euro di multa, sospendendo la pena e mandandolo libero.