Ciak, si girerà un film in città: negozianti sul piede di guerra

Proteste degli esercenti e una lettera portata in Comune di PIER GIORGIO RUGGERI

Si perderà un giorno di occupazione del suolo pubblico

Si perderà un giorno di occupazione del suolo pubblico

 

Crema, 4 maggio 2016 - «Il film non ci metterà in croce». Lo dicono i commercianti di piazza del Duomo, avvertiti che dalle 15 del 30 maggio fino alle 5 del mattino successivo terranno aperti i loro negozi senza che alcun cliente possa entrare e dovranno togliere tutti i tavolini appena sistemati nella piazza a occupazione del plateatico. E senza alcun rimborso. I commercianti sono intenzionati a non assecondare quanto richiesto. Hanno protestato e scritto una lettera che la titolare della farmacia, Daniela Villa, ha portato in Comune. «Io non posso ottemperare a quanto richiesto. Sono di turno giorno e notte e se non accontento i clienti posso essere denunciata per interruzione di pubblico servizio. Se si fossero mossi prima, c’era la possibilità di cambiare il turno, ma adesso è tardi. Oggi salirò in Comune per sentire che cosa mi dicono. Tuttavia, sia chiaro che tutti noi desideriamo trattare un rimborso per i mancati incassi».

 

Più chiaro ancora è Angelo, l’edicolante della piazza. «Mi hanno chiesto di ridipingere la saracinesca. Possono farlo loro, se vogliono. Poi esporranno le loro locandine, perché il film è ambientato negli anni ‘80 e anche i giornali devono essere dell’epoca. Oltre al danno di quel giorno, segnalo che le due piazze qui dietro, dove molti parcheggiano, saranno chiuse per giorni, perché la troupe sistemerà proprio lì i macchinari». E infatti, nella lettera di domanda al Comune la troupe del regista Guadagnino fa un sacco di richieste.

Per esempio, il 16 maggio si gira nelle vie del centro: via Buso, via Fino, via Palestro, piazza Istria e Dalmazia e piazza Trento e Trieste. In queste vie devono essere rimossi tutti i cartelli della segnaletica verticale e rimosse tutte le strisce blu dei parcheggi. Si devono togliere i dissuasori di velocità, tagliare il palo dei parchimetri, ridipingere i muri di via Dante, Pesadori e via Patrini per cancellare le scritte, togliere il cassonetto della Caritas, occupare via Diaz per metterci 25 mezzi della produzione. E la domanda che tutti in città si fanno è: chi paga, visto che, per esempio, la produzione non tira fuori un soldo né per rimborsare i commercianti né per pagare l’occupazione del suolo pubblico?