Dovera tra i borghi più brutti d’Italia: "Tutta colpa di quel campanile"

Il campanile di Dovera sta proprio in alto: è al quinto posto tra le peggiori brutture censite in rete di Pier Giorgio Ruggeri

Il campanile di Dovera

Il campanile di Dovera

Dovera (Cremona), 4 gennaio 2015 - Non chiamatelo campanile, ma torre. Come voleva il commendator Natalino Granata che la donò alla parrocchia. O, meglio, alla nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo e costruita, insieme alla torre, nel 1961 per mettere insieme i fedeli di questa parrocchia della diocesi di Lodi, che data 1820 e che vede sul territorio chiese e chiesette cariche di storia e di prestigio. Ora la torre è diventata un casus belli perché in uno dei tanti giochi che si possono trovare in Internet, e grazie al tam tam di Facebook, è entrata di diritto nei sessanta monumenti più brutti della Lombardia. Apriti cielo. Tanto clamore non è nelle corde della gente di questo posto: poco meno di quattromila abitanti che mantengono ancora viva la quiete di un borgo di origine agricola che s’incunea tra la Gera d’Adda milanese, la Bergamasca e le province di Lodi e Cremona, territori i cui confini sono stati più volte ridefiniti nel corso dei secoli. Tanta animosità istituzionale svanisce di fronte a un paese che ancora si può dire immerso nel verde. Ma questa classifica ha riacceso gli animi.

L’abside della chiesa di San Lorenzo

Diremo che la classifica viene stilata dall’Atlante dei classici padani: il peggio dei paesaggi dell’hinterland. Per far entrare qualche monumento in classifica è sufficiente votarlo. Secondo il numero di «mi spiace» si entra in questa speciale hit parade che vede, appunto, la torre... torreggiare. E, a guardare bene, il campanile di Dovera sta proprio in alto: è al quinto posto tra le peggiori brutture censite in rete. «Non voglio più commentare questa notizia – replica un po’ stizzito il parroco, don Cristiano Alrossi – abbiamo cose più importanti». Allora spieghiamo che la parrocchiale di San Lorenzo è una costruzione iniziata nel 1961 su progetto dell’architetto lodigiano Patrini. Conserva nell’abside resti dell’antica parrocchiale, forse risalente al XV secolo. E affreschi di pregio. Una bella chiesa, se non fosse per la torre campanaria – benedetta dal vescovo di Lodi il 14 maggio 1962 – che l’ha fatta precipitare negli indici di gradimento. E il sindaco Paolo Signoroni? Probabilmente è indispettito anche lui, visto che al telefono non si dà proprio cura di rispondere e poi riattacca senza profferire verbo. E la gente? Come spesso accade, è spaccata in due. C’è chi si dice orgoglioso di questo campanile che svetta e che si rende visibile a molti chilometri di distanza e chi sarebbe favorevole a tirarlo tranquillamente giù (forse questi ultimi sono proprio coloro che in Facebook l’hanno bollato come uno scempio...).

Insomma la classifica è stata presa tremendamente sul serio e continua a fare discutere. Lo dimostra il fatto che da qualche settimana la torre campanaria è diventata oggetto di discussione nei bar, probabilmente anche in mancanza del campionato di calcio. Detto che la grande torre non è che sia stata edificata magnificamente, visto che neppure dopo trent’anni di onorato servizio ha già dovuto essere rinforzata nella cella campanaria, che dava qualche segno di cedimento e di preoccupazione, agli amanti dei panorami consigliamo comunque una visita al paese, perché ospita una chiesetta molto antica proprio di fianco alla parrocchiale, un palazzo d’epoca, al Roncadello, e un bel santuario che sorge in mezzo alla campagna. Lo si può raggiungere a piedi e godere, almeno qui, di un ottimo panorama.