Vigile “assenteista” nei guai: smascherato e subito sospeso

Agenzia investigativa, incaricata dal sindaco, scopre che il vigile usufruiva della legge 194 ma non per accudire il padre

La sanzione stavolta la prende il vigile

La sanzione stavolta la prende il vigile

Bagnolo Cremasco (Cremona), 29 maggio 2017 - Stavolta l’infrazione l’ha commessa il vigile di Bagnolo Cremasco e il sindaco gli ha comminato una pesante sanzione: sei mesi di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. Perché ha abusato dei permessi previsti dalla legge 104/92 che consentono per tre giorni il mese di assentarsi dal lavoro, pur percependo la retribuzione, per accudire un familiare infermo. Da qualche tempo in paese si udivano sussurri e qualche volta grida che insinuavano il sospetto che un dipendente comunale utilizzasse i permessi per fare ben altro da quanto previsto. Il sindaco Doriano Aiolfi, per chiudere la vicenda, aveva incaricato un’agenzia investigativa di Crema di mettere sotto controllo il vigile che usufruiva dei permessi della 104 per accudire l’anziano padre. L’agenzia si è mossa nello scorso mese di dicembre e ha controllato l’operato del dipendente comunale anche a gennaio ed è venuto fuori che il vigile in nessuno dei tre casi monitorati si era recato presso il padre, ma aveva fatto ben altro.

Con il rapporto sulla scrivania, al sindaco non è rimasto altro che chiamare il vigile, 61 anni da molto tempo in servizio nel paese, sposato con una collega che però opera in un altro paese del Cremasco e metterlo al corrente della situazione, di per sé molto grave perché investiva direttamente un custode dell’ordine pubblico. Dopo l’avviso al dipendente, il sindaco ha sospeso il vigile per sei mesi dallo stipendio e dal servizio a partire da maggio. La sospensione comporta il fatto che l’uomo non possa in questo lasso di tempo trovare altri lavori, pena il licenziamento.

Per il suo mantenimento al dipendente andrà un assegno mensile di sopravvivenza, equivalente a circa la metà dello stipendio percepito. E’ questo il terzo caso nel Cremasco di dipendenti pubblici sorpresi ad abusare dei permessi ottenuti grazie alla legge 104. Il primo aveva riguardato un’infermiera della Fondazione benefattori cremaschi che, anziché andare ad accudire gli anziani genitori, sei giorni il mese, doppio permesso 104, era stata filmata dall’investigatore incaricato mentre partecipava, a Rimini, al campionato italiano di ballo. La donna era stata licenziata in tronco, aveva fatto ricorso al giudice del lavoro che però aveva dato ragione alla Fondazione.