Crema, all'ospedale Maggiore svolto il primo trapianto di arteria

L’équipe del professor Arzini ha impiantato il tessuto in un 72enne

Aldo Arzini, 61 anni

Aldo Arzini, 61 anni

Crema (Cremona), 19 febbraio 2017 - Lo scorso mese è stato eseguito nell’ospedale di Crema il primo trapianto di arteria, intervento chirurgico piuttosto raro che viene realizzato solo negli ospedali autorizzati dalla Regione. A portare a termine l’operazione è stata l’équipe medica del professor Aldo Arzini, primario del reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale Maggiore. «L’ospedale di Crema – dice il professor Arzini – non aveva l’autorizzazione per questo tipo di interventi. Quando sono arrivato qui dall’ospedale di Garbagnate, nove mesi fa, ho capito che c’erano le potenzialità giuste per ottenere questo permesso e a fine anno abbiamo messo insieme i requisiti necessari, ottenendo l’autorizzazione dalla Regione».

Poco dopo si è presentato un paziente che aveva estrema necessità di un intervento a una gamba, in quanto delle tre arterie presenti, due erano occluse e la terza era messa male. Il soggetto, maschio, 72 anni, cremasco, forte fumatore e arteriopatico, non aveva altre alternative se non quelle di impiantare un tratto di arteria artificiale o tentare il trapianto. È stato interessato il Monzino di Milano, dove c’è una banca dei tessuti e si è scoperto che in quell’ospedale avevano un tratto di arteria di 50 centimetri. L’operazione è durata sei ore. La preparazione dell’arteria da trapiantare richiede diverse fasi. Infatti, tutte le operazioni devono essere eseguite in sala operatoria. Il tratto di arteria arriva a una temperatura di -38 gradi e va scongelato mettendolo in acqua calda.

Dopodiché, si controllano i fori laterali, che sono quelli degli ingressi e delle uscite delle vene che portano o prendono sangue e si chiudono. Si fa una prova immettendo nel tratto di arteria dell’acqua per verificare che non ci siano perdite. A quel punto tutto è pronto. L’operazione è riuscita. Il pericolo di rigetto è scongiurato dal fatto che il tessuto viene prelevato da un donatore deceduto da poco e dal quale si espianta il possibile in tempi brevi. Il donatore deve avere un’età inferiore a 50 anni e non deve mai aver subito trombosi. «Il paziente è rimasto in reparto due settimane e poi è stato dimesso. Sta eseguendo una riabilitazione, ma per altre problematiche. Siamo soddisfatti per il risultato conseguito e anche perché da quest’anno l’ospedale di Crema ha acquisito una specialità in più che ben pochi ospeali possono vantare», ha concluso il professore.