Torre dei Zurli a padre Antonio: ospiterà anziani e papà separati

Pianengo, il complesso ristrutturato può accogliere cento persone

Il complesso

Il complesso

Pianengo, 12 gennaio 2018 - Viene firmato stamattina il contratto di vendita di Torre dei Zurli, grande casa padronale con annesso immenso appezzamento di terreno, da anni in rovina alla periferia di Pianengo, verso Crema. E ad acquistare il lotto è un nome molto noto in Lombardia, padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità Oasi 7che da anni assiste persone in difficoltà e che ultimamente ha molti immigrati nelle sue case sparse tra Cremasco, Bergamasco e Milanese. Alla firma del preliminare davanti all’amministratore della grande struttura padre Antonio arriva grazie a un’offerta che ha superato le altre in corsa. Ma sembra che l’acquisto venga sottoscritto pagando ‘solo’ 500mila euro e che l’offerta precedente fosse ancora più bassa: veniva da un notissimo industriale cremasco e si sarebbe fermata a 300mila euro.

Da qualche settimana nella residenza si nota un andirivieni di persone che rispondono a padre Antonio e che hanno cominciato a sistemare il casamento. Dopo le ultime modifiche apportate negli anni ’80, la costruzione è stata divisa in appartamenti, una quarantina di diverse metrature, in grado di ospitare un centinaio di persone. Secondo quel che si è saputo, padre Antonio vorrebbe sistemare in questi appartamenti persone anziane non abbienti e padri separati in difficoltà. Inoltre, vorrebbe utilizzare il grande giardino per aprirlo alle famiglie, almeno la domenica e installare un mercatino dove si vendano oggetti fabbricati nelle sue case dagli ospiti. Torre dei Zurli era assurta alle cronache la scorsa primavera, quando una cooperativa milanese, la Hope, si era interessata per l’acquisto, in quanto avrebbe voluto sistemare nell’edificio un centinaio di immigrati. La notizia aveva allarmato il paese che, per bocca del sindaco Roberto Barbaglio, si era opposta alla soluzione prospettata. La cooperativa aveva poi rinunciato, forse anche perché i lavori di ristrutturazione dell’edificio, da tempo in completa rovina all’interno, avrebbe avuto costi e tempi onerosi.