Segnalavano su Facebook controlli e posti di blocco: 240 persone nei guai

Pandino, rischiano la denuncia per interruzione di pubblico servizio

Un posto di blocco

Un posto di blocco

Pandino (Cremona), 21 gennaio 2017 - Nell'era della comunicazione a ogni costo, è nato nel Cremasco un gruppo chiuso su Facebook che, invece di utilizzare i fari per avvertire gli automobilisti dei posti di blocco, invia in rete messaggi: «Attenzione, sulla Bergamina al chilometro 23 c’è una pattuglia di carabinieri» oppure «a Madignano, dietro la curva c’è l’autovelox». Il gruppo peraltro è diventato grande, raggiunge, pare, i 4.000 componenti e tra di loro c’è anche chi si allarga, insultando le forze dell’ordine che, giusto per non incappare nei guai, chiama utilizzando sinonimi. Tutto bene? Figuriamoci. Perché tra i 4.000 si infiltrato qualcuno che che poi ha riferito.

E così un certo numero di affiliati al gruppo, circa 240, ha ricevuto una convocazione in caserma. Per esempio a Pandino. E qui in parecchi se la sono vista davvero brutta, perché i carabinieri hanno avvertito che sapevano del gruppo, lo hanno fatto chiudere e hanno prospettato per tutti i 240 convocati che hanno messo in rete le segnalazioni e magari qualcosa in più, una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Davvero una fifa blu, quella che i carabinieri hanno messo in corpo ai convocati che adesso vivono nel dubbio: quali decisioni prenderà il magistrato? «Non potevamo lasciar correre – dicono i carabinieri – perché quella gente non ha capito che spesso i posti di blocco vivono proprio sulla sorpresa e proprio grazie a questo si riesce a mettere le mani sui malintenzionati che, se avvertiti, svicolano e trovano altre strade dalle quali passare per mettere a segno i loro loschi piani, come andare a svaligiare le case del prossimo. Quindi, sulla strada si rispettino le regole e chi non lo fa, sappia accollarsi le conseguenze, senza cercare scuse o, peggio, rovinare il nostro lavoro procurando danni al prossimo».