Casa e shopping durante i permessi: impiegata rischia il licenziamento

Crema, lasciava il Comune per curare la zia: sorpresa a fare la spesa

La guardia di finanza

La guardia di finanza

Crema, 31 gennaio 2017 - Fingeva di assistere familiari bisognosi mentre in permesso retribuito andava a far la spesa. Per questo un’impiegata del Comune di Crema ora rischia il licenziamento. Ieri la Guardia di Finanza ha consegnato al sindaco di Crema un rapporto nato da un mese di controlli nel quale si evidenzia che una dipendente del comune, R.R., 56 anni di Crema, sposata e con due figli, aveva usufruito a dicembre di nove permessi derivati dalla richiesta di applicazione della legge 104, per l’assistenza ai parenti bisognosi, ma che non si era recata neppure una volta presso l’abitazione della parente.

La vicenda nasce circa un anno fa, quando alcune dipendenti fecero notare alla segretaria comunale come un’impiegata del comune usufruisse di permessi per accudire una zia inferma residente a Lodi. La segnalazione venne inoltrata alla Guardia di Finanza di Crema che decise di effettuare controlli. Quando l’impiegata richiedeva un permesso, le Fiamme Gialle venivano avvertite. E i militari in borghese seguivano la donna negli spostamenti. Così non è stato difficile scoprire che si recava a fare la spesa, in gioielleria e a casa propria, ma per tutto il mese e per tutti i nove permessi mai dalla zia a Lodi. Peraltro la stessa impiegata pare non facesse mistero di come utilizzasse le ore concesse per la legge 104, vantandosi con alcune colleghe di quanto mettesse a frutto quelle ore pulendo la propria abitazione.

Aal termine dell’ispezione durata un mese, i finanzieri hanno presentato rapporto in comune. Peraltro l’impiegata dapprima usufruiva dei permessi per accudire l’anziana madre che abitava con lei. E dopo la morte del genitore aveva continuato a richiedere i permessi per la zia, che però è residente a Lodi.

L’impiegata, che al momento è ancora regolarmente al lavoro, attende di conoscere quale sarà il suo destino. Al di là del rimborso che il comune le chiederà - un importo non consistente, visto che si tratta di 24 ore lavorative impiegate per uno scopo diverso da quello previsto - la donna può incorrere in una sanzione da 5.000 a 26mila euro. Ma incombe sull’impiegata la scure del licenziamento, come capitò nell’estate del 2014 all’infermiera della Fondazione Benefattori sorpresa a una gara di ballo invece di curare gli anziani genitori, per i quali aveva ottenuto un permesso.