Crema, il nuovo vescovo viene dall’Emilia: Don Gianotti arriverà entro Pasqua/ VIDEO

Lettera ai fedeli: "Grazie della bontà con cui mi accoglierete"

Don Daniele Gianotti, 59 anni (a destra) festeggia la nomina con il vescovo di Reggio Emilia monsignor Massimo Camisasca, 70 anni

Don Daniele Gianotti, 59 anni (a destra) festeggia la nomina con il vescovo di Reggio Emilia monsignor Massimo Camisasca, 70 anni

Crema, 12 gennaio 2017 - «Il Santo Padre ha nominato don Daniele Gianotti, 59 anni, nuovo vescovo di Crema». Poche e asciutte parole da parte del vicario vescovile di Crema, don Maurizio Vailati per annunciare il nome del 28esimo vescovo della diocesi di Crema. Il vicario ha aggiunto che don Daniele è attualmente parroco di Bagnolo al Piano (Reggio Emilia) e ha detto che probabilmente sarà nominato vescovo da monsignor Massimo Camisasca a Reggio il 19 marzo per poi fare il suo ingresso nella diocesi di Crema prima di Pasqua. La lettera di nomina è giunta in curia il 5 gennaio, con la condizione che fosse resa pubblica solo ieri. L’incertezza sul nome del nominato era grande perché sembra che la scelta sia stata effettuata solo alla vigilia di Natale, come riferisce proprio l’interessato e direttamente dal Santo padre. Contemporaneamente la nomina è stata annunciata anche dal vescovo di Reggio, Camisasca: «Il Santo Padre Francesco fa un grande dono alla nostra Chiesa e, nello stesso tempo, ci chiede un sacrificio. Il grande dono è rappresentato dall’elevazione all’episcopato di don Daniele Gianotti, il sacrificio consiste proprio nel fatto che egli si allontanerà da noi».

E dopo l’annuncio ufficiale alla diocesi di Crema è arrivata la prima lettera del nuovo vescovo: «Ero molto lontano dall’immaginare, mentre mi preparavo con le mie comunità parrocchiali a celebrare il Natale, che sotto l’albero avrei trovato un dono inaspettato. Se dunque Dio, attraverso la chiamata del Papa, mi chiede di allontanarmi dalla mia famiglia, dalla mia regione, dalla Chiesa che mi ha generato nella fede e nel ministero presbiterale, e soprattutto dalle parrocchie nelle quali ho vissuto così poco tempo, non è per mandarmi in un deserto inospitale, ma per inviarmi nel ‘campo di Dio’, che siete voi, campo già ricco di molti frutti. Grazie a tutti voi, in anticipo, per la bontà e la pazienza con la quale vorrete accogliermi».